Medico eroe sul treno delle biciclette
Zaia: «Lo assumiamo subito noi»

Venerdì 30 Agosto 2019 di Angela Pederiva
Medico eroe sul treno delle biciclette Zaia: «Lo assumiamo subito noi»
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L'avviso di selezione non è ancora pubblicato, ma il primo dei 500 candidati all'assunzione in Veneto c'è già. Si chiama Carlo Santucci, ha 33 anni, è laureato in Medicina e abilitato alla professione (lavora come precario in una clinica di Roma) ma non è specializzato: o meglio, non sulla carta, visto che sul campo martedì ha compiuto un mezzo miracolo, riuscendo a tenere in vita per 40 minuti una donna in arresto cardiaco sul treno delle Dolomiti, fino all'arrivo dell'eliambulanza austriaca. Insomma il suo profilo corrisponde proprio a quello tratteggiato dalle discusse delibere approvate dalla Regione alla vigilia di Ferragosto, tanto che in queste ore il giovane ha deciso di concorrere per uno dei 320 posti in Pronto Soccorso («ma sono disponibile anche per uno dei 180 in Geriatria») e il governatore Luca Zaia si dice pronto ad accoglierlo: «La sua storia è la prova provata che il nostro progetto è valido». 
Tutto è cominciato nel pomeriggio di martedì, a bordo del convoglio ferroviario della Öbb che accompagna i cicloturisti dalla pista San Candido-Lienz fino alla stazione di Dobbiaco. Improvvisamente una 40enne toscana si è accasciata a terra e un grido si è levato dai vagoni: «C'è un medico?». Per fortuna c'è: si trattava appunto di Santucci, in vacanza con gli amici a Cortina, terra in cui affondano le radici della sua famiglia e che frequenta fin da quando era bambino. In assenza di un defibrillatore, il dottore ha iniziato a praticare il massaggio cardiaco per un tempo, oggettivamente molto lungo, che pareva interminabile. «L'emotività del momento era grandissima racconta adesso anche per il pianto disperato della figlia della signora, una bimba di soli 6 anni, attorno a cui sembravano tutti paralizzati. Ma io stesso arrivavo da 42 chilometri di bicicletta ed ero abbastanza stanco, anche se proprio l'allenamento sportivo mi ha aiutato a mantenere la concentrazione finché sono intervenuti i colleghi dell'elisoccorso, fra gli applausi della gente. Sono felice di aver salvato quella donna, ma non mi sento un eroe, non ho fatto nulla di speciale». Come ha scritto Santucci su Facebook: «Non dobbiamo essere per forza medici, infermieri o operatori del 118. Basta un corso di due giorni ed un aggiornamento annuale per riuscire, almeno, ad avere delle nozioni di base che permettano di soccorrere una persona in difficoltà nell'attesa di un intervento specializzato. Da sempre per me settembre è il mese dei propositi e dei nuovi obiettivi, spero tra i vostri ci sia quello di iscrivervi ad un corso di primo soccorso».
L'IMPEGNO
Tra gli impegni settembrini del dottor Santucci c'è quello di candidarsi alla selezione comparativa bandita dal Veneto. «A Bruxelles ho avuto esperienze in Oculistica spiega ma quando si è trattato di entrare in specializzazione, il Belgio si è dimostrato molto protezionista. Così sono tornato in Italia, dove mi arrangio da precario in una clinica, una situazione che non posso più reggere». Musica per le orecchie del governatore Zaia: «Saremmo onorati di avere in uno dei nostri ospedali un medico come questo. Dopo essersi formato e abilitato, si è ritrovato di fronte a un'emergenza sanitaria in condizioni molto più difficili di quelle incontrate in un Pronto Soccorso: non era in un ambiente protetto, non aveva colleghi esperti accanto a sé, non disponeva di strumentazione, ma grazie alla sua laurea in Medicina e Chirurgia e senza una specializzazione specifica ha salvato una vita umana. Solo per questo l'Università dovrebbe conferirgli il titolo per merito. Il suo esempio sia di monito per quanti ancora si permettono di dire che il nostro piano è sbagliato». Santucci ascolta e ringrazia: «Sono onorato, spero intanto di superare la selezione e di riuscire un giorno anche a specializzarmi».
 

Ultimo aggiornamento: 31 Agosto, 16:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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