Quota 100, accelera il piano per smontarla tutelando gli esodati

Mercoledì 28 Agosto 2019 di Francesco Bisozzi
Quota 100, accelera il piano per smontarla tutelando gli esodati
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In questi giorni di trattative serrate tra M5S e Pd si sta facendo sempre più strada l’ipotesi di sottoporre Quota 100 a un restyling. Democratici e Cinquestelle stanno ragionando in vista della prossima legge di Bilancio, al fine di recuperare risorse utili non solo per sminare gli aumenti dell’Iva in procinto di deflagrare ma anche per finanziare il taglio del cuneo fiscale adesso che il nebuloso progetto legato alla flat tax con l’aliquota al 15% sponsorizzata da Via Bellerio pare essere definitivamente tramontato. Il depotenziamento di Quota 100, operativa in via sperimentale dal 2019 al 2021, consentirebbe a un eventuale governo giallo-rosso di recuperare nella migliore delle ipotesi fino a 17 miliardi di euro, ma tutto dipenderà dal tipo di sforbiciata che la nuova eventuale maggioranza sceglierà.

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LE DOMANDE
Le domande fin qui presentate per uscire dal mondo del lavoro a 62 anni risultano inferiori del 30 per cento rispetto alle previsioni iniziali. L’attuale andamento delle istanze per Quota 100, se confermato anche per il 2020 e per il 2021, evidenzierebbe uno stanziamento di risorse sovrastimate rispetto alle richieste di pensionamento reali. Le possibilità su cui si ragiona sono tre. Gli stanziamenti previsti per la misura bandiera della Lega ammontano a 21 miliardi di euro tra il 2019 e il 2021, di cui 17 miliardi solo nel prossimo biennio. L’ipotesi più drastica consisterebbe nell’abolire il pacchetto già dal prossimo anno, ma al momento appare anche la più improbabile. I democrat potrebbero accontentarsi di disinnescare Quota 100 a partire dal 2021, anno in cui le risorse stanziate per l’uscita anticipata dal mondo del lavoro a 62 anni di età con 38 di contributi ammontano a circa 8,6 miliardi di euro. Tenuto conto dei 2,4 miliardi di euro di minori spese stimate per il 2020 dall’Ufficio parlamentare di bilancio, che ha condotto una simulazione sulla base dei dati del monitoraggio dell’Inps, l’asticella del risparmio salirebbe in questo modo a quota 11 miliardi di euro. La spesa lorda, ha affermato il mese scorso il presidente dell’Upb davanti agli uffici di presidenza congiunti delle commissioni Bilancio di Senato e Camera in occasione di un’audizione dedicata all’esame degli ultimi provvedimenti relativi ai saldi di finanza pubblica, ammonterebbe invece quest’anno a 1 miliardo di euro in meno rispetto a quanto preventivato. Una ulteriore strada percorribile consisterebbe infine nel rivedere i requisiti di accesso all’uscita, ma per adesso non è ancora stata presa seriamente in considerazione anche per il possibile effetto di confusione sui potenziali interessati. Un’operazione di restyling di Quota 100, fanno sapere fonti qualificate, imporrà a ogni modo a un eventuale governo rossogiallo di introdurre delle salvaguardie ad hoc al fine di tutelare coloro che hanno già sottoscritto accordi aziendali per lasciare il lavoro nel 2020 o nel 2021, allo scopo di evitare un nuovo caso esodati come avvenuto nel 2011 con la riforma Fornero

LE COPERTURE
A mettere a rischio la pensione con Quota 100, com’è noto, è il bisogno di trovare coperture per finanziare la prossima manovra.

C’è una montagna da scalare alta 27 miliardi di euro. Sempre stando ai calcoli dell’Ufficio parlamentare di bilancio guidato da Giuseppe Pisauro, servono oltre 23,1 miliardi di euro solo per evitare l’aumento dell’Iva nel 2020, a cui si sommano altri 4,5 miliardi per far fronte alle spese indifferibili e sostenere il costo di rifinanziamenti obbligati. Insomma, l’eredità lasciata dal governo uscente in ambito previdenziale costituisce una zavorra di cui Movimento 5 Stelle e Partito democratico in questo momento farebbero volentieri a meno. Quota 100, nata per smontare il sistema creato dalla riforma Fornero, garantisce uno sconto di 5 anni rispetto alla pensione di vecchiaia e quasi altrettanti rispetto a quella anticipata. In base alle previsioni iniziali, circa 290 mila lavoratori avrebbero dovuto approfittare dello scivolo nel 2019, 327 mila l’anno prossimo e 356 mila nel 2021. Ma i numeri forniti dall’Istituto di previdenza sociale raccontano una storia diversa. Le adesioni, infatti, oggi come oggi risultano decisamente inferiori alle attese. Stando all’ultimo report dell’Inps le domande per Quota 100 ammontano a poco più di 164 mila. Nella migliore delle ipotesi, entro la fine del 2019 i prepensionamenti raggiungeranno quota 200 mila.

Ultimo aggiornamento: 18:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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