Prima si fa interrogare dal pm
poi brucia un altro cassonetto

Sabato 24 Agosto 2019 di Cristina Antonutti
L'ultimo cassonetto andato a fuoco
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PORDENONE - Non c’è pace per i Vigili del fuoco e per le forze dell’ordine che indagano sui roghi dei cassonetti. E nemmeno per la Gea, che quasi ogni giorno è costretta a sostituire i contenitori danneggiati dalle fiamme e che ieri ha comunicato un ulteriore danneggiamento in via Gramsci, risalente ai giorni scorsi. Dopo l’interrogatorio di giovedì con il Pm e la promessa che non ci sarebbero più stati incendi in città, la 24enne pordenonese indagata assieme a due maghrebini di 35 e 40 anni per concorso in danneggiamento seguito da incendio, ha colpito ancora. Se per i 13 episodi che vanno dall’8 al 21 agosto ha negato di aver appiccato il fuoco e di essersi limitata a osservare le azioni dei due immigrati, ieri ha confessato l’ultimo incendio. Quello spento poche ore prima, all’una di notte, in via Nievo.  La giovane ieri mattina, poco dopo le 8, è stata notata in bicicletta davanti alla stazione ferroviaria da una pattuglia della Squadra Volante. I poliziotti l’hanno avvicinata. Sapevano che durante la notte un nuovo fuoco aveva impegnato i pompieri. «Che cosa fai da queste parti?», le hanno chiesto. «Sono venuta a prendere i giornali per vedere che cosa hanno scritto», è stata la risposta. Chiacchierando con gli agenti ha candidamente ammesso di essere uscita di casa durante la notte e di aver bruciato un altro cassonetto. Accompagnata in Questura, ha confermato l’azione e accompagnato la polizia in via Nievo. Durante il sopralluogo ha mostrato le modalità utilizzare per bruciare il bidone della carta.
LA NUOVA DENUNCIA
La Questura ha subito informato il magistrato di turno e la giovane è stata denunciata nuovamente per danneggiamento seguito da incendio. Stavolta, stando alle sue dichiarazioni, avrebbe agito da sola. «Il reato per cui si procede - ha spiegato il procuratore Raffaele Tito - non consente l’arresto, perchè il massimo della pena previsto è di due anni. Oltre ai cassonetti, non sono mai state danneggiate auto o abitazioni, per cui non può essere contestata una situazione di pericolo». La speranza è che la giovane accetti un percorso terapeutico che l’aiuti a dominare l’impulso di dar fuoco ai cassonetti della carta.
IL RICOVERO
Da adolescente aveva già creato problemi: aveva 17 anni e durante il tragitto da casa a scuola bruciava cassonetti. Il Tribunale per i minorenni di Trieste ne dichiarò l’immaturità (equivale all’incapacità di intendere e volere). «Dopo quella vicenda - spiega l’avvocato Silvio Albanese - era stato fatto un percorso importante con il Consultorio ed episodi del genere non erano più successi». La 24enne non si rende conto della gravità delle sue azioni. La famiglia non riesce a gestirla e, nonostante l’atteggiamento collaborativo dimostrato giovedì nella caserma dei Carabinieri, ieri notte è uscita di nascosto e ha dato fuoco al cassonetto di via Nievo. Ieri i poliziotti hanno contattato il Centro di salute mentale per capire come affrontare il caso. Con grande pazienza sono riusciti a convincerla ad accettare un ricovero volontario, ma quando è stata accompagnata in ospedale ha voluto tornare a casa.
IL ROGO DI IERI SERA
Ieri sera, alle 19.10, nuovo allarme incendio cassonetti in via Latisana.

I pompieri hanno spento le fiamme. Sono dolose. Spetta adesso agli investigatori accertare se il piromane ha un volto già conosciuto o se si tratta di un’emula

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