Questa è la prima vera grande battuta d'arresto di Matteo Salvini

Venerdì 23 Agosto 2019
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Egregio direttore, 
ma com'è possibile accettare quello che sta accadendo in questi giorni? Abbiamo un partito in caduta libera di consensi che finge di essere ancora il primo partito italiano e si appresta ad allearsi con un altro partito con cui fino al giorno prima si sono insultati, per non dire di peggio. Insieme queste due forze politiche non rappresentano con tutta evidenza la maggioranza degli italiani. Eppure sembra si accingano a governare. Non riesco a capirirlo e ad accettarlo. 


Luigi Pozzobon
Treviso

Caro lettore, 
della nuova maggioranza che sta nascendo - sempre ammesso che nasca - può essere vero tutto ciò che si dice e si scrive: che è un ircocervo; che è un accordo salva-poltrone; che è un'intesa tra perdenti; che è un'operazione di grande spregiudicatezza; che è una maggioranza che non rappresenta la volontà degli elettori. Tutto vero o, almeno, tutto plausibile. Ma che potesse verificarsi, in caso di crisi di governo, ciò che sta accadendo in questi giorni era nel novero delle possibilità. Sappiamo bene, e non da oggi, che, se si andasse al voto a breve, una buona parte dei senatori e deputati non sarebbe eletta e quindi non vuol sentir parlare di elezioni anticipate.

Sappiamo bene, aldilà dei risultati delle ultime elezioni europee, quali sono gli attuali equilibri parlamentari e la forza numerica di M5s. Sappiamo anche bene che un movimento come Cinque stelle, soprattutto in alcune sue componenti, è certamente più assimilabile alla sinistra che a un partito come la Lega e quindi, se era stato possibile arrivare ad un'alleanza di governo giallo-verde, non si poteva, in assoluto, escluderne una rosso-gialla. E questo aldilà delle dichiarazioni dei leader delle rispettive forze politiche. Anche Salvini tutto questo lo sapeva o lo doveva sapere. Il suo (grave) errore è di aver pensato che, forte del consenso popolare accreditato dai sondaggi, bastasse far cadere il governo per andare alle elezioni. Che lui avrebbe poi naturalmente vinto, ottenendo i pieni poteri. I

n questo suo modo di agire Salvini oltre a una certa ingenuità tattica- strategica, ha denunciato alcuni suoi limiti. Due su tutti. Una visione troppo semplificata della politica che non si fonda solo sul rapporto tra popolo e leader, tra piazza (reale o social) e capo, ma su più complesse relazioni. Una condotta da uomo solo al comando che sottovaluta, o, peggio ancora, vive come ostacolo l'importanza delle alleanze e l'equilibrio dei poteri. Cosa accadrà ora nei prossimi giorni è un diario tutto da scrivere. I presupposti su cui sta nascendo il nuovo governo ricordano molto quelli dell'avvio dell'innaturale alleanza tra Lega e M5s: una convergenza un po' casuale d'interessi trasformata in programma di governo. Staremo a vedere. E staremo anche a vedere come Salvini reagirà a questa che, comunque la si guardi, è la sua prima, vera grande battuta d'arresto.
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