Epstein, rivelazione choc «Tre dodicenni in regalo da violentare per una notte»

Mercoledì 21 Agosto 2019
Jeffrey Epstein
23
NEW YORK Tre bambine di dodici anni da abusare per una notte: questo secondo la testimonianza di Virginia Roberts Giuffrè è stato un regalo di compleanno che Jeffrey Epstein avrebbe ricevuto da uno dei suoi amici francesi. A procurarle sarebbe stato il fotografo Jen Luc Brunel, che le aveva comperate a Parigi da coppie di poveri genitori, felici di intascare il compenso, e incoraggiati dalle promesse di una futura carriera di fotomodelle che il fotografo avrebbe aperto per loro. Brunel avrebbe provveduto a far rilasciare i passaporti e i visti e a imbarcare le ragazze per un volo di sole 24 ore, notte di abusi compresa. La Roberts è oggi una donna 35enne, sposata e con tre figli in Australia, dove ha preso il nome di Giuffrè.
 
DIVENTATA SCHIAVA
All'età di 16 anni dice di essere stata reclutata dall'assistente di Epstein, Ghislaine Maxwell, e trasformata in una schiava sessuale a beneficio del finanziere e dei suoi amici, tra i quali il principe inglese Andrew. Virginia ha raccontato questi dettagli nel 2015 agli inquirenti newyorkesi che stavano indagando dopo la mite sentenza che era stata comminata contro Epstein a Miami nel 2008. Sarebbe stato lo stesso Epstein a raccontarle del regalo di compleanno, e di come avesse passato quella notte tra i massaggi e il sesso orale praticato su di lui dalle tre bambine.
Cresce nel frattempo il numero delle donne che escono allo scoperto per raccontare gli abusi che hanno subito per mano del finanziere. Ieri altre tre giovani hanno raccontato agli investigatori di essere state reclutate nell'harem di Epstein, due all'età di 16 anni, e una quando ne aveva già 20. Anche loro, se l'accusa verrà ritenuta legittima, potranno concorrere all'assegnazione di un risarcimento in denaro, sulla base del patrimonio che il loro aguzzino ha lasciato quando si è impiccato nella cella del carcere di Manhattan nella quale era stato rinchiuso lo scorso luglio. Epstein aveva cercato di mettere al riparo la sua fortuna 48 ore prima della morte, quando i suoi legali avevano registrato nelle Isole Vergini un testamento che trasferiva l'intero patrimonio ad un trust nel quale non era stato nominato nessun beneficiario. Nel documento c'è una lista di beni per un totale di 577 milioni di dollari, che comprende anche 57 milioni in contanti. La manovra di occultamento non è riuscita, e ora gli inquirenti cercheranno di rendere il capitale disponibile alla compensazione delle vittime. Il residuo, se ce ne sarà, spetta tutto al fratello del consulente finanziario, unico parente in vita.Un dettaglio curioso nel testamento che ha costituito il trust è che tra gli esecutori, oltre che a due dei suoi assistenti personali,
LA RICERCA BIOGENETICA
Epstein aveva nominato in via sussidiaria una persona che non conosceva bene, ma della quale aveva un enorme rispetto. Si tratta di Boris Nikolic, un investitore privato che punta ingenti capitali sulla ricerca biogenetica. Sappiamo che Epstein era ossessionato dall'idea di migliorare il patrimonio genetico dell'umanità, diffondendo quanto più possibile i suoi geni personali con il metodo della inseminazione artificiale. Il finanziere era stato parte attiva nel pubblicizzare il lancio di una delle società patrocinate da Nikolic. Informato della presenza del suo nome nel testamento, Nikolic ha avuto una reazione sdegnata: non era stato informato da Epstein, e non intende eseguire il suo mandato.
Flavio Pompetti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Ultimo aggiornamento: 09:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci