Violenza lungo il Sile, beccato il palpeggiatore: un trevigiano di 33 anni

Martedì 20 Agosto 2019
La Restera: le meravigliose Alzaie del Sile
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TREVISO - Si era allacciata le scarpe da running da una manciata di minuti. Aveva parcheggiato la macchina davanti al molo sull'Alzaia, in zona Prato Fiera, e aveva iniziato a correre. Voleva solo scacciare via lo stress con un po' di jogging sulla Restera, godendo degli scorci del Sile  offerti dal lungofiume. Ma dopo pochi metri appena, un uomo in bicicletta l'ha avvicinata e importunata. La ragazza, una 28enne trevigiana, ha subito respinto le esplicite avances dello sconosciuto, che a quel punto ha bloccato la donna e le ha palpeggiato le parti intime tenendola bloccata per le braccia. Terrorizzata, la 28enne non ha potuto far altro che mettersi a urlare e a chiedere aiuto. Temeva che l'aggressore volesse spingerla nel fiume pur di farla tacere, ma l'uomo si è subito accorto della presenza di una coppia di anziani che stava sopraggiungendo, ed è scappato. Dopo la denuncia in questura, la squadra mobile lo ha subito individuato grazie alle immagini delle telecamere in zona e, una volta rintracciato, denunciato a piede libero. È un impiegato 33enne, italianissimo e residente a Treviso, del tutto nuovo ad episodi simili.
 

L'AGGUATO La violenza si è consumata lo scorso 31 luglio, nelle prime ore del pomeriggio.

Erano le 14.30 circa quando la 28enne, vestita con abiti sportivi, è stata approcciata dal 33enne che dopo averla squadrata da dietro le si è avvicinato in sella alla sua bici. Le sue pesanti avances di natura sessuale hanno ovviamente sorpreso la ragazza, che ha cercato a quel punto di accelerare il passo. Vista l'ora, e il caldo, non c'era anima viva in giro, e la donna ha provato ad allontanarsi il prima possibile dal molestatore. Si è sentita quindi gelare il sangue quando il 33enne, che continuava a seguirla, ha cominciato a palparle il seno e le parti intime, stringendola in una presa dalla quale non riusciva in alcun modo a divincolarsi. La ragazza, sotto choc, è rimasta impietrita per qualche istante prima di riuscire a emettere un urlo che ha colto evidentemente di sorpresa il maniaco, che ha reagito in modo inaspettato: «Prima mi ha messo le mani dappertutto, poi ha cercato di spingermi in acqua, voleva buttarmi nel fiume» ha raccontato la ragazza, verso la quale si è avvicinata una coppia di anziani, gli unici in quel momento in Restera, che le hanno prestato aiuto mentre l'assalitore risaliva in sella alla bicicletta e scappava via. LE INDAGINI Dopo l'agguato la 28enne è stata raggiunta in via Alzaia dagli agenti delle volanti che hanno attivato i colleghi della squadra mobile. Gli investigatori non hanno perso tempo e hanno subito acquisito le immagini delle telecamere di videosorveglianza presenti in zona. Gli occhi elettronici, fortunatamente, avevano immortalato il 33enne mentre si allontanavandal luogo dell'aggressione. Corrispondeva tutto: descrizione fatta dalla vittima, dal volto agli indumenti indossati, orario della fuga, telaio della bici. Era lui. Restava solo da dare un nome a quel volto immortalato dalle telecamere. E così gli agenti della polizia di Stato si sono dati da fare con appostamenti e ricerche a tappeto. Finchè, domenica pomeriggio, non lo hanno individuato. Il 33enne, integerrimo impiegato di una ditta trevigiana, è stato bloccato e invitato in questura, dov'è stato nuovamente riconosciuto dalla vittima e quindi denunciato a piede libero. Gli inquirenti hanno quindi cercato di capire se vi fossero stati altri episodi nelle ultime settimane, magari denunciati ai carabinieri o alla polizia locale, ma dai primi riscontri non ci sono casi analoghi a quelli denunciati dalla 28enne, ancora sotto choc per quanto accaduto. Alberto Beltrame © RIPRODUZIONE RISERVATA

Ultimo aggiornamento: 11:06 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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