Udine. Adesso via Mercatovecchio è ostaggio della piasentina

Sabato 17 Agosto 2019 di Alessia Pilotto
Udine. Adesso via Mercatovecchio è ostaggio della piasentina
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UDINE - I requisiti e la composizione sono quelli della pietra piasentina, lo dice il laboratorio dell'Università di Padova; fin qui, nessun problema: il nodo, ora, rimane quello delle cave del cividalese previste dal capitolato d'appalto perché il campione portato dalla ditta che dovrà ripavimentare via Mercatovecchio viene invece dallo Slovenia: «Secondo quanto mi hanno spiegato i tecnici, dallo stesso monte su cui si trovano le cave friulane, ma oltreconfine», dice il vicesindaco e assessore ai lavori pubblici, Loris Michelini, che aggiunge: «Decidere non è compito nostro, ma del Rup» (ovvero la figura del Responsabile unico del procedimento, un dirigente comunale, ndr).
 
IL DUBBIOIl dirigente del Comune di Udine si troverà quindi a dover dirimere una questione che pare ancora complessa: da un lato, l'aggiudicazione della gara alla ditta abruzzese è stata assegnata definitivamente due anni fa dalla Commissione che aveva anche chiesto spiegazioni sul ribasso proposto, trovandolo motivato; dall'altro, i documenti del bando che parlano di quella provenienza cividalese che, a quanto pare, non si sa bene come possa essere definita. «Io ho chiesto che ci sia la massima accelerazione, nelle risposte, e di non avere problemi in futuro. Per me aggiunge il vicesindaco -, l'importante è che le cose siano fatte in maniera corretta e perfettamente in regola, così da non correre alcun tipo di rischio». Lo spettro che aleggia, infatti, è che si possano aprire margini per un ricorso e gli uffici di Palazzo D'Aronco stanno valutando la faccenda anche con l'aiuto dell'Avvocatura. E sarà da vedere ancora cosa farà, eventualmente, il Consorzio Produttori di pietra piasentina, che, non avendo ricevuto alcun ordinativo, aveva sollevato il caso e secondo cui, pur esistendo un filone anche oltreconfine, non esistono cave di piasentina in Slovenia.
LA DECISIONECome detto, la decisione finale spetterà agli uffici tecnici e i tempi non saranno lunghissimi: la prossima settimana lavorerà la ditta che deve terminare gli scavi e fare gli allacciamenti della fognatura; quella successiva, tornerà l'impresa che si occupa della pavimentazione e che, comunque, prima dovrà gettare lo strato cementizio su cui poggeranno pietre e porfido (il progetto dell'amministrazione Fontanini prevede infatti una pavimentazione mista).
L'avvio della posa dovrebbe quindi essere a settembre. Se da un lato, però, il vicesindaco non vuole (né ritiene opportuno) sbilanciarsi su una questione molto tecnica, dall'altro l'opposizione incalza: dopo la consigliera del Pd, Cinzia Del Torre, a chiedere chiarimenti è il consigliere del Movimento 5 Stelle, Domenico Liano che ha presentato un'interrogazione «in attesa premette -, del consueto gioco dello scaricabarile con il rimpallo delle responsabilità tra centrosinistra e centrodestra sulla questione della provenienza della pietra piasentina».
Nel documento, Liano sottolinea alcune problematiche: da un lato le discrepanze sulla provenienza del materiale (e il fatto che secondo il Consorzio non esistano cave in Slovenia), dall'altro il fatto che la commissione di gara due anni fa abbia accettato le spiegazioni sul ribasso. «In ballo scrive il consigliere -, ci sono potenziali ricorsi e potenziali danni economici per i commercianti della via, in caso di ritardi attuali, ma anche in caso che si rendano necessari futuri lavori dovuti alla non adeguatezza della pietra usata a resistere alla prova del tempo. Quindi, vorrei sapere quali sono le motivazioni per cui al tempo la commissione confermò l'affidamento all'impresa e da chi fosse composta la stessa commissione. Perché continua -, l'attuale amministrazione non ha ritenuto di approfondire in tempo utile la questione? E perché non ritiene di procedere, o non lo abbia considerato, alla sospensione dell'iter per inadempimento contrattuale?».
Alessia Pilotto
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