Un anno dopo Genova, sette ponti sorvegliati speciali

Giovedì 15 Agosto 2019 di Gabriele Pipia
Un anno dopo Genova, sette ponti sorvegliati speciali
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PADOVA - Sotto i riflettori sono finiti, negli ultimi mesi, prima il cavalcavia Borgomagno e poi il ponte di via Vigonovese. Ma in città ci sono altri cinque ponti che necessitano di un costante monitoraggio e di una manutenzione urgente. Sono anzitutto il Paleocapa e il Pontecorvo, ma anche il ponte Ognissanti, il ponte di via Giotto sul canale Piovego e la passerella Asconio Pediano. L’elenco è riportato nella relazione stilata dai tecnici del Comune di Padova e resa pubblica dall’assessore Andrea Micalizzi dopo il tragico crollo del ponte Morandi.  Ad un anno dalla tragedia di Genova l’assessore torna sul tema per fare il punto della situazione e rassicurare i cittadini: «Le nostre indagini tecniche dicono che nessun ponte è in pericolo, ma alcuni necessitano di interventi e di monitoraggi costanti». 
LA CLASSIFICA
Gli ingegneri del Comune hanno preso in esame 220 strutture tra ponti stradali, passerelle ciclabili e altri passaggi pedonali. Sono sette quelli per cui è richiesta una particolare attenzione. Due quelli già sottoposti ai necessari interventi. Prima il cavalcavia Borgomagno, dove i lavori sono costati al Comune un milione di euro, e poi il ponte della tangenziale corso Argentina sopra via Vigonovese. Qui il Comune ha stanziato 2,3 milioni per la sostituzione, gli operai della ditta Zara stanno completando l’intervento su metà ponte e il secondo stralcio dei lavori è previsto l’estate prossima. 
Oltre ai sette “osservati speciali” nella relazione comunale troviamo altri 24 ponti per cui è necessario un intervento a breve termine (tra questi il ponte della tangenziale Est su viale dell’Industria e il ponte dei Tadi) e altri 23 ponti per cui serve invece un intervento a medio termine. Le condizioni dei ponti sono senza dubbio legate all’età: un quarto delle infrastrutture in città, infatti, risale a prima del 1920. 
LA RASSICURAZIONE
«Dopo i fatti di Genova il tema della sicurezza delle infrastrutture ha iniziato a tener banco a livello nazionale e Padova non si è fatta trovare impreparata - spiega Micalizzi -. Un’indagine accurata sullo stato di salute dei nostri ponti era già stata fatta e non abbiamo dovuto correre sull’onda emotiva di quella tragedia. Già un anno fa la classifica stilata dai nostri tecnici era stata resa pubblica. Noi non abbiamo ponti in grande pericolo - prosegue l’assessore ai Lavori pubblici - ma abbiamo ponti che dobbiamo osservare in modo particolare e che necessitano di interventi per mantenere le loro attuali condizioni di sicurezza. Siamo già intervenuti al Borgomagno, grazie ad una convenzione con le Ferrovie dello Stato, e in via Vigonovese. Abbiamo inoltre investito 300 mila euro come fondo contenitore per interventi di carattere generale mirati proprio alla sicurezza dei ponti. Sulle nostre infrastrutture si muovono i cittadini ma si muove anche la nostra economia: investire sulle infrastrutture significa investire sullo sviluppo della città». 
L’APPELLO
Micalizzi lancia anche un appello al (futuro) governo. «L’anno scorso di fronte al crollo del Morandi si era parlato della necessità di fare un piano di ammodernamento per le infrastrutture del Paese: il Morandi infatti un simbolo dell’Italia costruita negli anni Sessanta e tante sono infrastrutture sono state costruite con quelle tecniche. Padova ha fatto la propria parte ma serve un piano di finanziamento nazionale per la sicurezza delle nostre città».
Gabriele Pipia
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