Contarina nei campi nomadi. Non fanno raccolta differenziata e buttano i sacchi di rifiuti nei campi

Martedì 13 Agosto 2019
Contarina nei campi nomadi. Non fanno raccolta differenziata e buttano i sacchi di rifiuti nei campi
11
TREVISO - Sono percentualmente pochi, ma rappresentano uno zoccolo duro che resiste. Sono i refrattari a ogni tipo di raccolta differenziata, quelli beccati a gettare sacchi di rifiuti lungo le strade o nei campi, quelli che non hanno mai ritirato i tradizionali bidoncini o, se ce li hanno, non li svuotano mai. E una fetta di questa massa indefinita è rappresentata dai campi rom. Contarina, dal 2015, ha avviato una campagna battezzata Abbandono zero finalizzata prima a studiare il fenomeno, poi a contenerlo. «Inizialmente - spiega Paolo Contò responsabile del settore Controllo di Gestione e Ricerca e Sviluppo di Contarina - abbiamo diviso le utenze da verificare in tre gruppi: utenze senza contenitori; utenze sensibili che comprendono aggregazioni come i campi nomadi; utenze che hanno i contenitori ma non li svuotano. Nel 2015 abbiamo quindi iniziato un'attività di sorveglianza,  comunicazione e prevenzione». I risultati sono arrivati col tempo anche grazie agli eco-vigili, tra cui uno specializzato nel controllo dei campi nomadi: «Nel giro di tre-quattro anni abbiamo individuato nel territorio dei nostri comune (49 ndr) 32 aggregazioni, quindi comunità composta da piccole case molto vicine tra loro, oppure agglomerati di baracche come il campo rom di Montebelluna. I nostri operatori hanno iniziato un lavoro di informazione consegnando le attrezzature adatte a smaltire i rifiuti corredate con adesivi esplicativi. E abbiamo ottenuto risultati importanti». Il primo obiettivo raggiunto è stato quello più evidente: la sparizione delle discariche a cielo aperto. «I grandi abbandoni di rifiuti non ci sono più - spiega Contò - ora si trovano solo piccole concentrazioni, qualche sacchetto. Il lavoro fatto nei campi rom ha funzionato, anche se i nostri operatori dicono che c'è ancora del lavoro da fare. I problemi, per esempio, ritornano in determinate occasioni come grandi feste o matrimoni».
I DATIContarina ha fatto una fotografia dell'abbandono dei rifiuti nella Marca. Nel 2015 sono state raccolte 564 tonnellate di spazzature lasciata in giro; nel primo semestre del 2019 il dato è sceso a 471 su un totale di 221.416 tonnellate di rifiuti prodotte. Altro capitolo riguarda l'uso dei cestini, troppo spesso ritenuti l'alternativa furba alla tradizionale differenziata. Teoricamente dovrebbero servire solo ed esclusivamente per gettare scarti piccoli e non trasportabili a casa. Qualcuno invece li vede ancora come dei cassonetti dell'indifferenziata in miniatura. Anche qui però i progressi si vedono: nel 2015, dai cestini pubblici, vennero raccolte 1.641 tonnellate di rifiuti; nel 2018 il dato è calato a 1.140. «Siamo riusciti anche a fare un profilo di chi abbandona - continua Contò - i cestini, per esempio, vengono utilizzati in modo improprio prevalentemente dai italiani che tentano di ovviare allo smaltimento del secco. Il sacchetto abbandonato e invece il metodo, mediamente, più utilizzato dagli stranieri». Infine ci sono quelli che non svuotano mai i bidoni, circa il 7% delle 220mila utenze di Contarina: «Qui abbiamo varie tipologie. C'è la famiglia italiana composta da persone anziane che vivono in zone rurali e mai adeguata alla novità; oppure famiglie straniere, residenti in periferia, con problemi di comprensione della lingua e con l'autorità. I casi più critici, gli irriducibili, sono 635. Abbiamo proposto delle misure più dure: oltre alla multa, anche il taglio di altri eventuali aiuti ricevuti dai servizi sociali».
Paolo Calia 
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Potrebbe interessarti anche
caricamento

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci