Il ponte è costato troppo: condannato l'archistar Santiago Calatrava

Martedì 13 Agosto 2019 di Gianluca Amadori
Venezia. Il ponte è costato troppo: condannato l'archistar Santiago Calatrava
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VENEZIA - Una piccola parte della vertiginosa lievitazione dei costi sostenuti per la realizzazione del ponte della Costituzione, a Venezia, sono addebitabili ad errori commessi in sede di progettazione dall'architetto Santiago Calatrava, il quale dovrà risarcire circa 78 mila euro. Condannato anche l'allora responsabile unico del procedimento per la realizzazione dell'opera pubblica, l'ingegnere comunale Salvatore Vento, il quale dovrà pagare circa 11 mila euro per i mancati ribassi d'asta nella quinta variante.
Così ha deciso la seconda sezione centrale d'appello della Corte dei conti (presidente Luciano Calamaro) nella sentenza, depositata pochi giorni fa, con cui è stata capovolta parzialmente la generale assoluzione e dichiarazione di prescrizione con cui nel 2015, in primo grado, fu negato al Comune di Venezia qualsivoglia diritto ad un risarcimento per un'opera costata 11,6 milioni di euro, cinque milioni in più rispetto a quanto preventivato.
GRAVE ERROREI giudici erariali contestano a Calatrava una «macroscopica negligenza», un errore «tanto più grave e meritevole di essere stigmatizzato in quanto proveniente da un professionista di fama mondiale, di elevatissima competenza, con lunga e provata esperienza proprio nella costruzione di ponti».
L'archistar spagnolo è stato ritenuto responsabile dell'aggravio di costi relativo alla quarta perizia di variante del 2005, che si rese necessaria per modificare lo spessore di alcuni tubi in acciaio che, dopo essere già stati realizzati, risultarono inadeguati: un danno di circa 400 mila euro, che è stato addebitato solo in parte a Calatrava (circa 42 mila euro) in quanto in sede di costruzione ci si sarebbe dovuti accorgere prima dell'errore, in modo da poter rimediare con minori spese.
I GRADINI ROTTIL'altro errore per il quale il famoso architetto è stato ritenuto responsabile, sulla base dei risultati di una perizia tecnica, è quello delle manutenzioni: Calatrava aveva previsto dopo vent'anni la sostituzione dei gradini in vetro del ponte artistico, che collega piazzale Roma alla stazione ferroviaria: in realtà i gradini iniziarono a rompersi dopo breve tempo, con necessità di sostituirne ben otto, con spesa di 36 mila euro, ora messa a carico dell'archistar. Per quanto riguarda i mancati ribassi d'asta, il principale responsabile è stato individuato nell'allora direttore dei lavori dal 2006 in poi, l'ingegner Roberto Casarin, che però è restato fuori dal processo perché nel corso delle indagini non era stato ascoltato, come dovuto, e ciò ha reso inammissibile la sua successiva citazione a giudizio.
PRESCRIZIONE CONFERMATALa Procura regionale della Corte dei conti chiedeva la condanna di Calatrava al pagamento di un risarcimento 3.5 milioni al Comune di Venezia ma, secondo i giudici romani una parte dell'aumento dei costi non fu provocata da errori del progettista (anzi, furono modifiche decise per migliorare il ponte), mentre il danno rimanente è coperto da prescrizione per il troppo tempo trascorso. Contro una sentenza d'appello della Corte dei conti è possibile ricorso per Cassazione solo per controversie di giurisdizione.
Gianluca Amadori

Ultimo aggiornamento: 11:06 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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