Tassista rifiuta il trasporto al Lido, in tre lo massacrano di botte

Domenica 11 Agosto 2019 di Nicola Munaro
Rialto, gli stazi del Comune dove si è verificato il pestaggio alle 6.30 del mattino
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VENEZIA - Riva del Ferro, 6.30 di ieri mattina. In tre, ubriachi, salgono su un taxi ormeggiato in uno degli stazi del Comune. I tre - due magrebini e un veneziano - dopo aver litigato a riva salgono a bordo del motoscafo. In mano hanno bottiglie di birra, uno di loro ha anche un casco da moto. E quando il tassista dice di no alla loro richiesta di andare al Lido, si scatena la violenza: lo bloccano e come fossero un commando, lo picchiano per poi lasciarlo lì. Setto nasale fratturato, occhi pesti e trenta giorni di prognosi sono l’eredità di una mattinata senza ragione.
 
IL RACCONTO
È lo stesso tassista, un ventitreenne residente a Mestre, a riannodare il filo dei fatti. «Avevo appena finito un servizio di noleggio con conducente - racconta il ragazzo in servizio sul taxi di proprietà del padre - Venerdì ero di notte, ancora pochi minuti e avrei smontato il turno. Mi ero legato da alcuni minuti a Rialto, non distante dalla fermata della linea 2 del vaporetto. Io stavo sistemando delle viti sulla barca e sulla riva c’erano tre persone che litigavano tra di loro. Erano ubriache». 
All’improvviso, quasi senza accorgersene, il ventitreenne se le trova in barca. «Sono salite a bordo e mi hanno detto: “Andiamo al Lido” senza darmi nessuna spiegazione e facendomi capire che quella corsa era considerata da loro un diritto. Io, in maniera gentile, ho fatto notare che in quelle condizioni non avrei potuto portarli in motoscafo: gli ho fatto notare che erano ubriachi e che avrebbero rischiato di cadere in acqua. Poi - continua la ricostruzione - avevano delle bottiglie e anche un casco. Così uno di loro ha iniziato a spintonarmi, io gli ho detto di scendere dalla barca, ho provato a spingerli ma uno di loro mi ha bloccato mentre un altro mi prendeva a pugni. Il terzo faceva da palo, che nessuno arrivasse. Come sto? Sono tanto arrabbiato più che spaventato, sono gente del luogo e questo mi fa ancora più male. Mi hanno picchiati e se ne sono andati». Con ogni probabilità garantendosi una via di fuga lungo calle dei Bombaseri mentre il giovane tassista, sicuro di non essere osservato, si è diretto verso il Pronto Soccorso dell’ospedale Civile di Venezia dov’è stato medicato e dimesso attorno alle 13. 
LE INDAGINI
Il ricovero in Pronto Soccorso fa scattare le indagini da parte dei carabinieri veneziani che ricevono sulla loro scrivania anche la denuncia dell’avvocato Jacopo Molina, legale del giovane tassista.
Fondamentali per la ricostruzione degli eventi, saranno anche le immagini acquisite dal sistema Argos che restano impresse nella memoria elettronica per una settimana. Le telecamere infatti potrebbero dare un volto agli aggressori, con ogni probabilità residenti a Venezia o nelle isole.
IL TESTIMONE
Unico ad aver assistito al pestaggio del motoscafista, è stato un signore che a quell’ora di prima mattina passava sulla riva che porta al ponte di Rialto. L’uomo ha ripreso l’aggressione prima di essere inseguito da uno dei tre protagonisti che, sceso dal taxi durante il pestaggio, lo avrebbe affrontato a muso duro e gli avrebbe strappato il cellulare di mano buttandoglielo in acqua, in modo da far perdere ogni traccia registrata dello smartphone.
Quello che l’uomo ha visto è comunque considerato di fondamentale importanza per gli uomini dell’Arma che hanno aperto un fascicolo sul caso. Nell’ennesimo episodio di violenza in città.
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Ultimo aggiornamento: 09:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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