Giro di vite dell'Atap: sui bus troppi profughi senza biglietto

Domenica 11 Agosto 2019 di Marco Agrusti
L'atap: troppi profughi senza biglietto sul bus
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PORDENONE -  A volte i richiedenti asilo non pagano non perché vogliano deliberatamente salire a bordo di un autobus contravvenendo alle regole, ma - spiegano direttamente dall’Atap di Pordenone -, perché non conoscono le norme vigenti. Pensano in alcuni casi di avere diritto, in qualità di richiedenti protezione internazionale, di viaggiare gratis sui mezzi pubblici. Altre volte, invece, si mostrano più aggressivi e non accettano la “predica”, ma soprattutto la multa, che arrivano dai controllori intenti a fare il loro lavoro. Ne esce un quadro particolare, che non ha bisogno di essere strumentalizzato, ma che emerge da ciò che filtra dai corridoi e dai sedili degli autobus pordenonesi, soprattutto quelli extraurbani.  Le segnalazioni, raccolte soprattutto alcune settimane fa, arrivano più che altro dalla zona a nord della città, cioè tra il centro e l’area della Comina. Non è un caso, perché proprio in Comina c’è una fermata degli autobus distante pochi metri dall’ex caserma Monti, dove sono accolti i richiedenti asilo dell’hub, cioè quelli che non fanno parte della cosiddetta accoglienza diffusa. Durante il giorno, molti di loro si spostano per raggiungere il centro della città, oppure le sedi delle cooperative che hanno la gestione dell’accoglienza. Altri devono arrivare a Pordenone centro per raggiungere la Questura e proseguire l’iter legale connesso alla richiesta di protezione internazionale. Non avendo a disposizione delle auto, sono tanti i richiedenti asilo che utilizzano i mezzi pubblici dell’Atap, ma dall’azienda filtrano lamentele a proposito di quella che si può definire una scarsa propensione all’acquisto del biglietto. I casi non raggiungono ancora lo status dell’emergenza, ma tra l’inverno e la primavera scorsi, quando i viaggi sono aumentati rispetto all’estate e a causa del brutto tempo, si sono verificati diversi casi relativi a cittadini ospitati all’interno dell’ex caserma Monti che viaggiavano sprovvisti di biglietto. 
I COMPORTAMENTI
Pizzicati, alcuni hanno reagito spiegando di non essere a conoscenza dell’obbligatorietà del ticket. Altri, invece, hanno addotto come motivazione proprio il fatto di essere cittadini richiedenti protezione internazionale, e quindi a loro parere esentati dal pagamento del biglietto per il trasporto pubblico locale. Pochi, fortunatamente, i casi in cui si è arrivati agli insulti e allo scontro verbale con i controllori. In ogni caso sono state staccate le multe. 
L’AZIENDA
A parlare, per l’Atap, è il suo numero uno Narciso Gaspardo. «Il mancato pagamento del biglietto - ha spiegato - è grave in tutti i casi, ma bisogna fare delle distinzioni. Quando ricomincerà l’anno scolastico, ad esempio, mostreremo una certa flessibilità nei confronti di chi, come gli studenti, dimostrerà di avere almeno una foto del proprio abbonamento e di aver dimenticato a casa la copia cartacea. In quel caso non scatterà immediatamente la multa. In tutti gli altri casi, invece, anche se non si conoscono le regole in vigore, ci sarà la cosiddetta tolleranza zero. Il biglietto dei mezzi pubblici si deve pagare, non ci sono altre soluzioni». 
Marco Agrust
Ultimo aggiornamento: 09:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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