Educatrice con la tubercolosi, test per tutti i bambini

Giovedì 1 Agosto 2019 di Elisa Fais
Test per i bambini
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PADOVA - Al Collegio delle Dimesse è allarme per rischio contagio tubercolosi tra i bimbi della sezione primavera, dai 2 ai 3 anni, e delle classi elementari. Almeno un centinaio di famiglie padovane in queste ore stanno ricevendo l’avviso inviato dall’Ulss 6 Euganea. Via e-mail il dipartimento di Prevenzione, igiene e sanità pubblica ha spedito ad ogni genitore l’impegnativa per l’esecuzione del test ai figli. Il fatto ha scatenato la preoccupazione di tanti, che durante le ferie si sono ritrovati tra le mani l’invito inaspettato. Dopo il caso all’università, ora scatta il piano di prevenzione contro la tubercolosi anche al Collegio Dimesse. La giovane straniera risultata positiva alla Tbc nelle scorse settimane, ha frequentato anche le classi della scuola d’infanzia e della sezione primavera all’istituto paritario tra febbraio e aprile. La studentessa 22enne, iscritta a Scienze della Formazione e giunta a Padova per un breve periodo per motivi di studio, ha prestato servizio come educatrice al Collegio Dimesse.
 
La ragazza positiva alla Tbc ora è ricoverata nel suo Paese di origine, dove è rientrata due mesi fa. È stata lei ad avvisare l'Università e l’Ulss 6 Euganea di essersi ammalata. I bambini della scuola d’infanzia e della sezione primavera dovranno sottoporsi ad un esame del sangue, obbligatoriamente prima dell'inizio dell'anno scolastico 2019/2020 e quindi entro il 31 agosto. C’è appena un mese di tempo, dunque. I malumori tra le mamme e i papà si sono già fatti sentire, molti hanno telefonato all’istituto Dimesse per chiedere chiarimenti. C’è chi fa difficoltà ad organizzarsi, visto il periodo di vacanza. Alcuni sono all’estero e non sono ancora stati raggiunti dall’informativa. Altri si domandano come mai la comunicazione sia arrivata solo ora. Dal Collegio Dimesse, bocche cucite: il preside non si esprime e rimanda al dipartimento di Prevenzione dell’Ulss. Per verificare se le persone sono state infettate, è necessario eseguire il test Mantoux (cutaneo) o il test Quantiferon (prelievo di sangue) almeno 8 settimane dopo l'ultimo contatto. «Visto il periodo di ferie dei genitori – riporta il direttore del servizio di Igiene e sanità pubblica, Ivana Simoncello - in questo caso è preferibile il test Quantiferon. Quindi, per facilitare l'esecuzione del test, l’invito è di effettuare il prelievo di sangue presso il Centro prelievi di via San Massimo dell'Azienda ospedaliera, dove esiste un ambulatorio dedicato ai bambini. Noi vedremo il risultato on-line. L'esecuzione del test non è urgente, ma deve essere eseguita prima dell'inizio dell'anno scolastico 2019/2020 e quindi entro il 31 agosto. Non è necessario eseguire il test nei soggetti che sono venuti a contatto occasionale, pochi minuti, o un contatto indiretto con l'ammalato». Nel caso di positività il bambino viene preso in carico dal dipartimento per l'esecuzione di ulteriori accertamenti, in primis la visita pneumologia, volti a verificare una possibile malattia attiva con la collaborazione della Clinica Pediatrica dell'Azienda ospedaliera. Il 19 luglio scorso è scattato il piano di prevenzione in ateneo per tutti gli studenti che hanno frequentato gli stessi corsi della ragazza ammalata. Ovvero: il Laboratorio di lingua italiana da ottobre 2018 a gennaio 2019 al Centro linguistico in via Venezia, il corso di Letteratura per l'infanzia e il corso in Psicologia della disabilità e dell'integrazione da ottobre a dicembre 2018 nel complesso Piovego di via Bassi. In quel caso gli studenti sono stati invitati a sottoporsi al test Mantoux o al Quantiferon. Il trattamento farmacologico si basa sull’uso di diversi antibiotici per un periodo di tempo piuttosto lungo (da 4 a 9 mesi, a seconda dei casi).
 
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