Trattamento rifiuti, un maxi impianto sarà realizzato a Vallenoncello

Sabato 27 Luglio 2019 di Alberto Comisso
L'attuale ecopiazzola che sarà sostituita
PORDENONE - Un’ecopiazzola, un centro del riuso ed un impianto a biomasse. Il tutto all’interno di un’area circoscritta della città dove, attraverso un investimento corposo ma non ancora quantificabile nascerà una vera e propria cittadella dell’economia circolare dei rifiuti. I tempi sono maturi per avviare un ragionamento di massima e redigere uno studio di fattibilità per dare vita ad un progetto ambizioso che, in una prospettiva futura, contribuirà ad abbattere il costo della Tari. Come dire: i cittadini, rispetto ad ora, pagheranno meno la tassa sui rifiuti.  L’area indicata si trova a Vallenoncello ma, per adesso, non arrivano indicazioni più precise.  Quello che è certo è che l’amministrazione Ciriani intende sempre più prestare la massima attenzione all’ambiente, allo smaltimento dei rifiuti e alla produzione di energia pulita attraverso un piano di auto-mantenimento. Ovvero che non vada ad incidere ulteriormente sulle tasche dei contribuenti ma che, anzi, venga loro incontro in termini di abbattimento dei costi della Tari. I tempi non saranno lunghi. È possibile che, finanziamenti permettendo, i lavori possano essere avviati già entro il prossimo anno. Gli investimenti – si parla di qualche milione di euro – dovranno essere reperiti o attraverso fondi europei oppure ricorrendo ad un partenariato pubblico-privato. Pordenone si candida così a diventare un modello da seguire a livello regionale dove, a quanto pare, non esistono ancora cittadelle dell’economia circolare.
I LAVORI
Si comincerà con la realizzazione di un centro di riuso, un progetto che, una volta redatto da un professionista, dovrà passare, come peraltro anche chiesto dalle minoranze consiliari, attraverso la Commissione lavori pubblici. Si tratta di realizzare una piattaforma che darà una seconda vita a beni in disuso, quelli considerati non più utili e per questo conferiti nell’eco-piazzola. La normativa regionale, tuttavia, non prevede ancora la rivendita di quegli oggetti che sono stati sistemati o riparati. «Abbiamo chiesto a Trieste – spiega l’assessore comunale Stefania Boltin – una modifica al regolamento vigente. Come succede per esempio a Vicenza, un centro di riuso può creare occupazione, impiegando magari anche persone svantaggiate, e, al contempo, dare vita a veri e propri laboratori specifici. E’ così che dal centro potrebbero uscire, per poi essere venduti (gli introiti andrebbero ad abbattere i costi per la gestione del sito, ndr), mobili, vestiti, corredi ricamati, dispositivi elettronici rigenerati ed oggetti antichi da collezione. Solo per citare alcuni esempi». I beni da recuperare arriverebbero dalla nuova piazzola ecologica, quella che in futuro prenderà il posto di quella attualmente in uso.
ECO PIAZZOLA
«Sarà una eco-piazzola moderna, più grande e maggiormente attrezzata. Insomma, a misura di cittadino. Potrà accogliere, previa autorizzazione regionale, anche materiali definiti speciali come guaine e cartongesso. In questo modo – l’assessore Boltin guarda avanti – sarà più facile contenere l’odioso fenomeno dell’abbandono dei rifiuti. I cittadini, rispetto ad ora, saranno facilitati nelle operazioni di conferimento, senza che sia più necessario utilizzare dei cassoni contenitori piuttosto alti che possono risultare inaccessibili, senza l’aiuto di un operatore, soprattutto alle persone anziane». C’è poi il progetto di costruire una centrale a biomasse di piccole dimensioni. «Servirà a smaltire – anticipa Boltin – il verde della città, quello che deriva dagli sfalci e dalle potature: si tratta di parecchie tonnellate che, ora come ora, rappresentano un costo per la collettività. Con la centrale, invece, si riuscirebbe non soltanto a smaltirle in economia, ma anche a produrre energia termica».
Ultimo aggiornamento: 10:27 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci