Quella frase di Einaudi e la fortuna di una politica che ignora i tempi e le esigenze di chi lavora e produce

Venerdì 26 Luglio 2019
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Caro Direttore,
come va il Governo? Male, malissimo dice l' opposizione; bene, benissimo dicono i Governanti. In poco più di un anno abbiamo fatto più cose noi che altri in 10 anni. In verità hanno ragione e torto tutte e 2 le parti: non va così bene e non va così male, ma quello che dovrebbero ricordare i governanti è che, mentre litigano su tutto, hanno lafortuna che: (trascrivo da un testo del 15 settembre 1960 di Luigi Einaudi) «migliaia, milioni di individui, lavorano, producono e risparmiano nonostante tutto quello che noi possiamo inventare per molestarli, incepparli, scoraggiarli. È una vocazione naturale che li spinge; non soltanto la sete di guadagno. Il gusto, l' orgoglio di vedere la propria azienda prosperare, acquistare credito, ispirare fiducia a clientele sempre più vaste, ampliare gli impianti, costituiscono una molla di progresso altrettanto potente che il guadagno. Se così non fosse, non si spiegherebbe come ci siano imprenditori che nella propria azienda prodigano tutte le loro energie ed investono tutti i loro capitale, per ritirare spesso utili di gran lunga più modesti di quelli che potrebbero sicuramente e comodamente ottenere con altri impegni». Il governo non si rende conto di avere questa grande fortuna, ma la fortuna, bisogna aiutarla, non è per sempre.


Gino De Carli
Soranzen (Belluno)


Caro lettore,
penso che quella frase di Einaudi che lei cita dovrebbe campeggiare nell'ufficio di ogni ministro della Repubblica. Di questo governo, come di quelli che lo hanno preceduto e di quelli che lo seguiranno. Il compito della politica dovrebbe essere quello di creare un ambiente favorevole a quei milioni di individui citati dall'ex Presidente della Repubblica. Per consentire loro di operare al meglio, di crescere e di far crescere le proprie imprese e le comunità in cui vivono. Purtroppo accade spesso l'esatto contrario. La politica agisce in troppi casi da freno, ostacola invece di incentivare, complica invece di semplificare. Partiti e movimenti ragionano e si muovono secondo i loro tempi, che, ahinoi, quasi mai coincidono con quelli di chi produce, lavora e risparmia. Basta guardare l'attualità, a destra come sinistra, per rendersene conto. Fermare un'opera per sottoporla ad un'analisi costi-benefici, salvo poi dover prendere atto, dopo mesi, che bloccarla costerebbe più che completarla, dopo mesi, è un atteggiamento tipico di questo modo ( sbagliato) di intendere la politica. Come lo è dilaniarsi in continue guerre correntizie sulla base di personalismi più che di reali divergenze programmatiche. Comportamenti che Einaudi non avrebbe certo apprezzato né condiviso.
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