Baby gang a Pordenone. ​Adolescenti si trasformano in criminali per avere soldi facili

Giovedì 25 Luglio 2019 di Giuliano Pavan
Baby gang a Pordenone. Adolescenti si trasformano in criminali per avere soldi facili
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PORDENONE - Spavaldi, spregiudicati. Neanche fossero criminali incalliti. Non usano armi, non sono picchiatori di professione, e tra l'altro sfoggiano una fedina penale immacolata. Ma da febbraio a maggio, periodo in cui si sono concentrate le indagini della Squadra Mobile di Pordenone, hanno collezionato una serie di reati da fare invidia a sodalizi ben più organizzati: tentata rapina pluriaggravata, tentata estorsione in concorso, spaccio di sostanze stupefacenti, truffa e appropriazione indebita. Un profilo da gang, di quelle che mettono paura se per caso decidono di prenderti come bersaglio. Il problema è che il teatro delle vessazioni, continuate e violente, è la zona del Luna Park di Pordenone, a due passi dalla Fiera, non il sobborgo di Compton a Los Angeles. E a far rabbrividire è il fatto che i protagonisti abbiano 15 anni. Sì, appena 15 anni.
 
LE DENUNCEIl quadro dipinto dagli uomini della Questura di Pordenone, guidata dal questore Marco Odorisio, fa emergere uno spaccato di degrado che ha trovato terreno fertile grazie al benessere dei giovanissimi coinvolti, attratti dal miraggio dei soldi facili. Il capo della banda, un ragazzo di 15 anni, è stato raggiunto dalla misura cautelare del collocamento in una comunità, provvedimento restrittivo emesso dal gip di Trieste Laura Roddino. A richiederlo il procuratore presso il Tribunale dei Minori, Leonardo Tamborini, e il sostituto Francesco Verdarese, titolari del fascicolo a carico del baby boss. Denunciato a piede libero anche un 16enne, sodale del capo e coinvolto nell'episodio più grave contestato alla banda: la tentata rapina commessa ai danni di un invalido. Le indagini, affidate alla Squadra Mobile di Pordenone alle quali ha contribuito anche la Squadra Volanti, stanno proseguendo per identificare gli altri due minori che hanno partecipato ai soprusi contestati dagli inquirenti. E non è escluso che gli episodi a loro carico possano aumentare, trovato il filo rosso che lega quelli già accertati.
GLI EPISODICinque le ipotesi di reato, cinque le condotte criminose contestate. Il primo episodio risale al 14 marzo quando la banda, prendendo di mira un 14enne, è riuscita a impossessarsi della collana d'oro che portava al collo. Un colpo da 1.200 euro tradotto in appropriazione indebita. La tentata estorsione aggravata risale al 20 marzo: la gang ha cercato, sempre ai danni di un 14enne, di farsi consegnare una collana d'oro e un cellulare. Al 25 aprile risale invece lo spaccio di sostanze stupefacenti: una quantità non precisata di marijuana ceduta a dei coetanei. Ma le cessioni documentate sono molte di più, segno di una dimestichezza nell'ambiente non da novellini. Il 3 maggio si sarebbe consumata la truffa: conoscendo l'attività di spaccio di droga di un altro coetaneo, i baby criminali si sarebbero fatti consegnare 500 euro in contanti dietro la minaccia di raccontare tutto a un fantomatico amico poliziotto.
L'ESCALATIONL'agguato più violento, che ha poi fatto scattare la misura cautelare (il gip nel giustificare il provvedimento restrittivo nei confronti del capo della banda, evidenzia «la pericolosità sociale del minore nonché l'elevato pericolo di reiterazione dei reati», giudicandolo «non in grado di porre limite alcuno alla propria deriva criminosa», ndr), è avvenuto il 17 maggio al Luna Park. I quattro giovanissimi si sono accaniti contro un 40enne, con una disabilità civile riconosciuta del 60%: l'uomo è stato preso a calci e pugni dopo essere stato deriso in pubblico. Poi la gang ha cercato di sottrargli il denaro che aveva in tasca. Soltanto l'intervento di un passante li ha fatti desistere. Due giorni prima si erano resi protagonisti di un altro agguato nei confronti dello stesso uomo, per le medesime ragioni. Da quei due episodi, rilevati dalle Volanti della Questura, la Squadra Mobile guidata da Francesco Mattioli è riuscita a collegare le diverse ipotesi di reato contestate ai quattro giovanissimi. Condotte dettate dalla noia direbbe qualcuno, ma comunque accomunate da un unico, semplice, banale obiettivo: riuscire a fare soldi senza dover per forza faticare trovandosi un lavoro. 
Giuliano Pavan

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