La chiusura del ponte costerà due milioni di euro in benzina

Domenica 21 Luglio 2019 di Giovanni Santin
Ponte di Santa Caterina. La chiusura del ponte costerà due milioni di euro in benzina
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PONTE NELLE ALPI - «Nel confronto con Anas in occasione dei prossimi lavori sul ponte di Santa Caterina, il Comune di Ponte nelle Alpi mi ha deluso perché ha avuto poco peso politico e poco potere contrattuale». Lo dice Enrico Collarin, capogruppo della minoranza di Per Ponte che venerdì ha partecipato all'incontro tenutosi a porte chiuse in sala consiliare fra maggioranza e minoranza. Un'occasione, quest'ultima, durante la quale il sindaco Paolo Vendramini ha riferito dell'esito dell'incontro del mattino, in Prefettura, fra Anas, ditta che ha vinto l'appalto, Forze di Polizia, Comuni di Ponte e Belluno, Provincia, Questura, Polizia Locale, Vigili del Fuoco, Ulss, Ufficio Scolastico Provinciale, Dolomitibus, Società Autostrade, Trenitalia e Camera di Commercio.
 

«Le mie osservazioni e perplessità sono legate ai tempi di esecuzione dei lavori spiega Collarin che sono stati gestiti in maniera superficiale, come accade spesso a Ponte». Poi argomenta: «Siccome il ponte non sarà interessato da alcun tipo di intervento strutturale, ma vengono rifatti guard rail e asfaltatura e saranno messi in sicurezza i parapetti, i tempi potevano essere studiati in maniera diversa e migliore. Insomma, non c'era urgenza e il cantiere sarebbe potuto essere aperto in un momento diverso». 
Poi il capogruppo Collarin fa anche qualche conto: «Passare dalla destra alla sinistra Piave percorrendo la bretella autostradale, sono 12 chilometri. E siccome sul ponte, quotidianamente, transitano circa 20.000 autoveicoli, per il periodo di 90 giorni durante il quale il ponte rimarrà chiuso, vuol dire 21 milioni di chilometri percorsi in più dalle automobili. Che in benzina significa circa 2 milioni di euro. E speriamo siano sufficienti tre mesi, altrimenti la situazione sarebbe ancora più drammatica». 
Collarin dice ci sarebbero state soluzioni diverse da percorrere: «Siccome non c'era urgenza, sarebbe stato sufficiente fare i lavori il prossimo anno, da metà giugno a metà settembre, con le scuole e tante altre attività chiuse. Oppure chiedere all'Anas di lavorare 24 ore su 24, come è possibile fare, il che avrebbe comportato un aggravio di spesa di solo il 15%, cioè 50mila euro, sui 357mila delle sole opere. Io, da sindaco, avrei ragionato così, avrei cioè cercato di ridurre al massimo i disagi per i cittadini».
Il disagio è forte, dice Collarin: «E da questa mattina continuo a ricevere telefonate di genitori preoccupati, anche per il trasporto scolastico che si chiedono: quanto prima si dovrà alzare mio figlio per andare a scuola?».
Giovanni Santin
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