Studentessa colpita da tubercolosi. Allarme all'Università: subito controlli sui compagni

Sabato 20 Luglio 2019
Padova. Studentessa colpita da tubercolosi. Allarme all'Università: subito controlli sui compagni
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PADOVA - Una studentessa universitaria colpita da tubercolosi, otto aule accademiche dove ha studiato nel periodo invernale, e dall’Università è scattato ieri l’”altolà” con un’email inviata a tappeto a tutti i colleghi di corso, invitandoli a un controllo pneumologico preventivo. Anche se la ragazza non risulta più in città da almeno due mesi, essendosi già concluso il suo periodo di studi a Padova, la notizia ha fatto velocemente il giro dell’Ateneo: la giovane, classe 1997, iscritta al corso di laurea in Scienze della formazione primaria, risulta aver frequentato il laboratorio di Lingua italiana dal 16 ottobre al 15 gennaio scorso al Centro linguistico di Ateneo in via Venezia 16, in particolare le aule 1 H, 1 C e 2 C, il corso di Letteratura per l’infanzia dall’1 ottobre al 19 dicembre al Piovego in via  Ugo Bassi (aula C), il corso di Psicologia della disabilità e dell’integrazione dal 3 ottobre al 20 dicembre, sempre al Piovego (aule C, F, G, H). 

INCUBAZIONE LUNGA
È trascorso del tempo ma il periodo di incubazione della malattia è particolarmente lungo: la giovane ha scoperto solo recentemente di aver contratto la tbc, dopo essere rientrata nel suo Paese d’origine, dove risulta ora ricoverata in ospedale. È stata lei ad avvisare l’Ateneo della diagnosi. Dal momento dell’infezione, cioè dell’avvenuta penetrazione nell’organismo umano del bacillo, allo sviluppo di una reazione positiva alla tubercolina può infatti trascorrere un periodo variabile dalle due alle dodici settimane: dal momento dell’infezione allo sviluppo di malattia tubercolare il tempo è molto variabile, si parla di mesi o anche anni, sempre tenendo presente che l’infezione può non evolvere in malattia e restare latente anche per l’intera vita.

L’INFORMAZIONE
A tutti gli studenti del corso di laurea in Scienze della formazione primaria ieri è stata inviata una comunicazione dell’Ulss 6 Euganea a firma del direttore del Servizio di Igiene e sanità pubblica Ivana Simoncello dove si evidenzia che il Servizio è venuto a conoscenza nelle ore scorse del caso di tubercolosi polmonare e si sottolinea la contestuale necessità di rintracciare i soggetti che potrebbero essere entrati a contatto stretto con la donna invitandoli a fare i test di Mantoux e Quantiferon. Noto come intradermoreazione di Mantoux, o test di sensibilità alla tubercolina, il Mantoux è uno dei principali strumenti di diagnosi per la tubercolosi e consiste nell’iniezione intradermica sull’avambraccio di una minima quantità di Tubercolina, soluzione salina che contiene piccolissime proteine purificate del batterio della tbc: il test va letto dopo 48/72 ore ed è positivo se si ravvisa un rigonfiamento della zona. Il Quantiferon è eseguito sul sangue ed è necessario un prelievo.

«Visti i numerosi contatti che lo studente ha avuto, per questo Servizio è difficile - scrive la dottoressa Simoncello - identificare i contratti stretti, pertanto si consiglia un controllo pneumologico agli studenti che hanno frequentato i corsi sopradescritti in maniera assidua». Per gli universitari fuori-sede, il test deve essere richiesto al Servizio di Igiene e sanità pubblica competente del luogo di residenza. E attenzione, l’eventuale positività a uno dei due test significa che l’individuo è entrato in contatto con il microrganismo Mycobacterium Tubercolosis ma non è sinonimo di malattia: l’infezione può progredire in malattia nel 5-10% dei casi, anche dopo molti anni. 

«In caso di positività si procede a ulteriori indagini diagnostiche - chiosa Simoncello - per escludere la malattia vera e propria ed eventualmente si valuta l’indicazione a una specifica profilassi con antibiotici per ridurre significativamente il rischio». Non è necessaria la disinfezione dei locali frequentati dalla studentessa.
Ultimo aggiornamento: 08:02 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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