Autonomia. Zaia: «Ennesimo rinvio, è una presa in giro: la misura è colma»

Venerdì 19 Luglio 2019
Autonomia. Zaia: «Basito davanti a ennesimo rinvio, è una presa in giro»
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Autonomia, nuovo incontro la prossima settimana. Intanto, nel corso della riunione di venerdì 19 luglio in Consiglio dei ministri sull'argomento, è stato soppresso l'articolo 12 del "testo Stefani" che prevedeva l'assunzione diretta dei docenti su base regionale, come chiedeva la Lega. Era uno dei nodi sul tavolo che aveva visto la contrarietà del M5S. Era stato rilevato anche un profilo di incostituzionalità all'ultimo vertice evidenziando una Sentenza della Corte Costituzionale 76/2013.

LA FURIA DEL PRESIDENTE DEL VENETO ZAIA PER L'ENNESIMO RINVIO
«Resto basito davanti all'ennesimo rinvio. Pensavo che il Presidente del Consiglio fosse così autorevole da chiudere la partita, ma non ho ancora ben capito se l'autorevolezza serva a chiudere o invece a prolungare indefinitamente l'approvazione dell'intesa sull'autonomia differenziata». Lo afferma il presidente del Veneto, Luca Zaia.

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«Noi veneti - aggiunge Zaia - ne abbiamo le tasche piene di tutta questa storia. Sono trascorsi 636 giorni dal referendum - ricorda Zaia - più di un anno dalla formazione di questo governo, ricordo che non c'è neppure l'alibi di dire che le Regioni non abbiano fatto il lavoro che spettava loro. Di fronte a tutto questo non posso non affermare che questa è una autentica presa in giro e che Conte non può prestarsi a procrastinare ancora. Siamo stanchi anche - sottolinea il governatore veneto - di sentire dire a Conte che lui sarà il garante dell'unità nazionale, un refrain ormai stucchevole».

Zaia ribadisce inoltre che «se sono davvero convinti che tutto quel che facciamo è contro l'unità del Paese, vadano in Parlamento e modifichino la Costituzione. Siamo in un Paese in cui per alcuni applicare l'articolo 116 terzo comma della Carta costituzionale, la legge fondamentale dello Stato, significa minare le basi della Repubblica. E' allucinante! Non siamo più disposti ad aspettare, vediamo dichiarazioni che non c'entrano nulla con l'intesa sull'autonomia. A nome dei 2 milioni 328 mila veneti che hanno votato per il si all'autonomia dico che siamo stanchi, stanchissimi. La misura è colma». 

«Ho dei dubbi sul fatto che all'interno del Consiglio dei Ministri siano tutti d'accordo su quello che si sta decidendo, per cui non comprendo tutti questi festeggiamenti che qualcuno sta facendo».Ha insistito Luca Zaia, sull'iter sull'autonomia. «Il Presidente del Consiglio - ha aggiunto - può dire quello che vuole, parla dell'attività del Consiglio dei Ministri ma di certo non delle nostre volontà. In questo momento sta tentando di fare una bozza da proporci per il contratto da firmare. Diremo noi se ci va bene o no».

TRADITI DA CONTE, NON DA SALVINI
«Ci sentiamo presi in giro. Non da Salvini perché ha seguito con noi tutta la partita. Ma vedere un Presidente del Consiglio che presiede riunioni che producono il nulla, se non conferenze stampa, è poco rispettoso rispetto a tutti i veneti che hanno votato. Noi veneti siamo gente pratica e la misura è colma». Lo ha ribadito il presidente del veneto, Luca Zaia «Siamo cinque milioni di veneti - ha proseguito - e 150 miliardi di PIl. Ne abbiamo le tasche piene di pagare per vedere gente sprecare. La finiscano di parlare di unità nazionale, secessione dei ricchi, paesi di serie A o B.

Noi - ha concludo - vogliamo solo che i virtuosi siano premiati».


Il presidente della Regione Lombardia Fontanta: «Se queste sono le premesse non firmo»
«Mi ritengo assolutamente insoddisfatto dell'esito del vertice di oggi sull'Autonomia. Abbiamo perso un anno in chiacchiere. Aspettiamo di vedere il testo definitivo, ma se le premesse sono queste, da parte mia non ci sarà alcuna disponibilità a sottoscrivere l'intesa». Così il presidente di Regione Lombardia ha commentato l'esito del vertice sull'Autonomia che si è svolto a Palazzo Chigi. «Sono deluso anche da quello che ha detto il premier Conte - ha aggiunto Fontana - perché ha ricominciato a fare quelle affermazioni di carattere generale legate alla frammentazione del Paese, quindi a quel vecchio slogan, dimostrando di non voler arrivare a una soluzione concreta». «Mi sento profondamente amareggiato - ha proseguito -. Credo che questo comportamento sia irrispettoso dei cittadini lombardi e veneti che hanno espresso direttamente con un referendum la loro volontà, di quelli emiliani, che attraverso il loro presidente hanno avanzato la loro richiesta e di tutti gli altri italiani che, soprattutto al Sud, chiedono cambiamento e buona politica, non sprechi e ruberie». «Sono sconcertato - ha evidenziato il Governatore - che si facciano delle proposte per cui non si potrebbero trattenere sul nostro territorio neppure le risorse risparmiate con un'amministrazione virtuosa. Così, noi che chiediamo di poter dimostrare capacità ed efficienza, verremmo penalizzati. Questa è una chiara dimostrazione che non si voglia giungere ad un accordo». «Anche sul tema dell'istruzione - ha concluso Fontana - si è dimostrato di far prevalere logiche sindacal corporativo, alle esigenze dei nostri studenti, che hanno diritto ad avere una continuità per tutto il percorso scolastico, senza trovarsi, come accade, con docenti sempre differenti o che spesso arrivano dopo mesi dall'inizio dell'anno. Non interessa il bene dei nostri ragazzi, non interessa il bene del nostro Paese. Si vogliono continuare a difendere questi centri di potere che vogliono mantenere in vita l'Italia dell'inefficienza».

Ultimo aggiornamento: 15 Aprile, 14:40 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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