Tetano, un taglietto nell'orto di casa:
è in ospedale tra la vita e la morte

Giovedì 18 Luglio 2019 di Alberto Comisso
Caso di tetano: una donna rischia di morire
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PORDENONE - Il tetano torna a fare paura. Un’anziana, residente in un comune della fascia montana, si trova ricoverata in gravissime condizioni all’ospedale di Pordenone dopo che si era ferita ad un gamba mentre stava lavorando l’orto di casa. Quello che inizialmente poteva apparire ad un banale taglio, che la donna aveva provveduto a medicare in autonomia, ben presto si è rivelato essere qualcosa di molto più grave: l’anziana, infatti, sta lottando tra la vita e la morte.  Una volta arrivata in ospedale dopo una settimana circa dal taglio, presentando i classici sintomi della malattia (contrazioni muscolari diffuse in tutto il corpo), i medici hanno potuto appurare che, infatti, aveva contratto il tetano.  Le spore del batterio Clostridium tetani erano presenti nella terra dell’orto che l’anziana stava coltivando. Con la ferita, sono penetrare nell’organismo trasformandosi nelle forme vegetative che producono la tossina. Il batterio, attraverso il sangue e il sistema linfatico, ha raggiunto il sistema nervoso centrale, interferendo con il rilascio di neurotrasmettitori che regolano la muscolatura, causando contrazioni e spasmi diffusi. «La paziente – spiega Massimo Crapis, responsabile dell’Unità operativa malattie infettive dell’Azienda sanitaria 5 del Friuli Occidentale – ha risposto bene alla terapia degli spasmi tetanici alla quale era stata immediatamente sottoposta, tant’è che, almeno inizialmente, eravamo abbastanza tranquilli ed ottimisti sul regolare decorso. Da qualche giorno non è più sedata ma non si sveglia. Vista l’età avanzata e la gravità dell’azione neurotossica delle tossine, c’è il rischio concreto che la prognosi possa essere infausta. Temiamo che non possa sopravvivere».
IL VACCINO
Crapis, riguardo al tetano, è chiaro: «C’è sempre stato ed è presente in tutti i nostri terreni – afferma – ma, se devo essere sincero, era da parecchio tempo che non si sentiva di un contagio nella Destra Tagliamento. Da quando tre anni fa sono arrivato a Pordenone, questo è il primo caso. Purtroppo si assiste sempre più spesso ad un progressivo abbassamento della soglia di attenzione, specialmente quando si devono effettuare i richiami della vaccinazione. E’ il caso, questo, dell’anziana che si trova ricoverata all’ospedale civile Santa Maria degli Angeli: non siamo di fronte ad una no vax ma ad una signora che non si è sottoposta ai richiami del vaccino dell’antitetanica». La prevenzione della malattia, infatti, si basa sulla vaccinazione, prevista in Italia per tutti i nuovi nati, che è stata resa obbligatoria dal 1938 per i militari, dal 1963 per i bambini nel secondo anno di vita e per alcune categorie professionali considerate più esposte a rischio di infezione (lavoratori agricoli, allevatori di bestiame). Dal 1968 la somministrazione è stata anticipata al primo anno di vita e il calendario vaccinale vigente prevede la somministrazione di tre dosi al terzo, quinto e dodicesimo mese di età. Una dose di richiamo (associata con le componenti contro la difterite e la pertosse - Dtap) viene eseguita nel sesto anno e un’altra a 14 anni (tetano, difterite a ridotto contenuto di anatossina e pertosse - Tdap). Il vaccino è costituito dall’anatossina, cioè dalla tossina tetanica trattata in modo da perdere la sua tossicità, mantenendo però la capacità di stimolare la produzione di anticorpi protettivi. Dal 1998 a oggi sono stati introdotti in commercio numerosi vaccini, in cui l’anatossina tetanica è associata, oltre che ai vaccini antidifterico e antipertosse acellulare, anche all’anti Haemophilus influenzae b (Hib), all’antipolio (Ipv) e all’antiepatite B (vaccino esavalente).
Alberto Comisso
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