Eleonora, Leo, Giovanni e Riccardo insultati sui social: il dolore dei genitori

Mercoledì 17 Luglio 2019 di Davide De Bortoli
Giovanni Mattiuzzo, Eleonora Frasson, Leonardo GIrardi, Riccardo Lauegeni
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MUSILE DI PIAVE - Nemmeno davanti a una tragedia immane i social riescono a rispettare il dolore di 4 famiglie. Accade così che la madre di una delle vittima del terribile incidente di sabato notte a Jesolo, costato la vita a 4 ventenni, al dolore per la perdita di un figlio sia costretta ad aggiungere la rabbia per quanto scritto qua e là sulla Rete.

LA SUPERTESTIMONE «Guidava come un folle, sono viva per 6 minuti»
L'ALTRA VERSIONE Il 27enne che ha causato l'incidente: «Andavo a 80 all'ora e pensavo di aver urtato lo specchietto» /Il ritratto
 

 


«Mio figlio e i suoi amici non erano né drogati né ubriachi, come ho letto sui social. Erano ragazzi che avevano con un'educazione d'altri tempi». Sono parole amare quelle di Milena Smaniotto, mamma di Leonardo Girardi che, due giorni dopo il dramma, trova la forza di zittire coloro che in rete hanno bollato la tragedia come strage del sabato sera, adombrando che le quattro giovani vittime non fossero in sé, tra le cause dell'incidente. Illazioni circolate on line che amplificano il dolore dei parenti e degli amici.
 
INSOPPORTABILEGiudizi taglienti come lame. Insopportabili per Milena che non ci sta. Sente il bisogno di difendere il ricordo del suo Leonardo e delle altre vittime della tragedia. «Nei giorni scorsi sui social ho letto che erano ubriachi o fatti spiega con quel poco fiato che ha in gola - qualcuno aveva commentato che erano finiti fuori strada perché chi guidava chissà.... È ora di finirla, chi scrive queste cose abbia rispetto per le nostre famiglie. Non guardo più i social perché gli occhi mi scoppiano». Milena di una cosa è certa: «Ho allevato un figlio per bene. Non è mai tornato a casa ubriaco. Nessuno di loro è stato mai fermato, né trovato ubriaco. Se qualcuno beveva uno spritz, chi guidava ordinava una coca cola. I nostri figli erano abituati così, le nostre sono famiglie sane. Giocavano a calcetto, non andavano ad ubriacarsi in giro. Non avevano neppure l'abitudine di andare distante, preferivano restare in zona. Giocavano alla PlayStation, a casa».
La madre ricorda che Leonardo «era un ragazzo educato, salutava tutti gli anziani quando li incontrava a Musile. «Tante persone in questi giorni mi fanno le condoglianze ricordando quanto fosse educato e gentile. Un ragazzo d'oro, d'altri tempi - rincara alzando il tono della voce in cielo ci sono quattro angeli, non quattro disgraziati. E so che ha pensato a me mentre volava lassù». Anche nel lavoro all'Outlet «non era mai mancato un giorno continua . Amava il suo lavoro, si presentava anche se aveva la febbre. Mi diceva: Mamma ci aiutiamo, non ci sono problemi. A breve avrebbe potuto ottenere un finanziamento per acquistare un'auto».
RISPARMIAnche la fidanzata Eleonora Frasson «aveva messo qualcosa da parte per comprare una Cinquecento. Lei e Leonardo stavano pensando di andare a vivere insieme. Tutti coloro che li conoscevano possono assicurare che non avevano l'abitudine di bere, tirare tardi, o correre per strada. Non bevevano perché erano onesti, non passavano la notte fuori casa, anzi rientravano prima possibile perché il giorno dopo andavano a lavorare, avevano rispetto e coscienza per il lavoro».
Il pensiero torna a quella maledetta notte. «Era una strada che conoscevano, la facevano spesso. Dell'incidente non è colpa loro, quei ragazzi li ho visti nascere e crescere, come Giorgia (Diral) che è sopravvissuta. E ragazzi così sono rarissimi».
Davide De Bortoli

Ultimo aggiornamento: 10 Maggio, 10:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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