Lega e fondi russi, l'inchiesta accelera: Savoini atteso dai pm

Domenica 14 Luglio 2019
Lega e fondi russi, l'inchiesta accelera: Savoini atteso dai pm

A partire da domani si apre un periodo nodale per l'inchiesta della Procura di Milano in cui Gianluca Savoini, presidente leghista dell'associazione LombardiaRussia è indagato per corruzione internazionale per la presunta trattativa sulla compravendita di petrolio, non andata a buon fine, avvenuta lo scorso 18 ottobre all'Hotel Metropol di Mosca e che avrebbe dovuto portare fino al 65 milioni di dollari nelle casse della Lega. Trattativa di cui Matteo Salvini, negando di aver «mai preso un rublo, un euro, un dollaro o un litro di vodka dalla Russia», ha ripetuto di non sapere nulla e sulla quale ieri si è augurato che le «indagini facciano il loro corso in fretta».

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Già da domani infatti i pm Gaetano Ruta e Sergio Spadaro che insieme al procuratore aggiunto Fabio De Pasquale coordinano le indagini affidate al Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza, hanno in programma una fitta attività istruttoria. Da quanto è trapelato dovrebbero interrogare Savoini il principale protagonista della vicenda, rivelata da un audio agli atti del fascicolo, che con altri due italiani e tre russi avrebbe tentato l'affare: un presunto accordo sulla vendita a una società intermediaria di circa 3 milioni di tonnellate di petrolio scontato del 6%. Petrolio poi rivenduto a prezzo pieno in Italia, in modo da ottenere che una parte dello sconto spuntato, il 4%, si trasformasse, questa è l'ipotesi, in una 'retrocessionè per il movimento e il resto, almeno il 2%, andasse sotto forma di stecca a funzionari russi.

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Ricostruzione fatta dal sito internet Buzzfeed nei giorni scorsi facendo scoppiare il caso. Ma oltre a Savoini, inquirenti e investigatori, che stanno pensando pure a una rogatoria e ad accertamenti sui flussi di denaro Russia-Italia, dopo le opportune verifiche e procedure di identificazione, di certo convocheranno, o come persona informata sui fatti o come indagato, colui che ha affermato di essere il banchiere Luca di cui si parla nella registrazione e cioè il secondo italiano presente al Metropol.
Si tratta di Gianluca Meranda, avvocato con simpatie per Matteo Salvini, che dice di aver incontrato in occasioni pubbliche e di aver visto più volte Savoini. Meranda ha sostenuto pubblicamente di aver partecipato al vertice di nove mesi fa come
«General Counsel di una banca d'affari anglo-tedesca (...) ed interessata all'acquisto di prodotti petroliferi di origine russe» aggiungendo che «i restanti interlocutori sono professionisti che a vario titolo si occupano di questa materia» e che «nonostante gli sforzi delle parti, la compravendita non si perfezionò».

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Ma nella lista delle persone da ascoltare non è escluso possa esserci pure Claudio D'Amico. Si tratta del
«consigliere per le attività strategiche di rilievo internazionale del vicepresidente Salvini - ha spiegato oggi in una nota Palazzo Chigi dopo una serie di verifiche - il quale, tramite l'Ufficio di vicepresidenza» avrebbe sollecitato l'invito di Savoini al Forum Italia-Russia, «in virtù» del suo ruolo di Presidente dell'Associazione Lombardia-Russia e ha chiesto ai funzionari del premier di inoltrarlo agli organizzatori del Forum organizzato il giorno precedente la trattativa. Su questo punto ieri lo staff del vice premier aveva dato una diversa versione sostenendo che Savoini «non era nella delegazione ufficiale». Otre a questi e agli interrogatori di altre persone, all'identificazione degli altri partecipanti alla trattativa, prossimamente la Gdf potrebbe fare pure acquisizioni.

Ultimo aggiornamento: 18:45 © RIPRODUZIONE RISERVATA