San Giacomo dall'Orio. L'assedio dei plateatici dei locali nel campo dei bambini

Domenica 14 Luglio 2019 di Tomaso Borzomì
San Giacomo dall'Orio. L'assedio dei plateatici dei locali nel campo dei bambini
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VENEZIA - Da sempre è il simbolo della residenza e del futuro di una città, cioè i suoi bambini. Ora è sotto assedio dai tavolini dei pubblici esercizi. Dai tempi in cui si giocava a campanon, nascondino o si tirava qualche calcio al pallone, campo San Giacomo dall'Orio è stato, ed è tuttora, il luogo principe veneziano dove portare i bimbi a giocare. Così, mentre i più piccoli corrono, si conoscono e si divertono, i genitori rivivono quel senso di comunità che una città con la pressione turistica veneziana di oggi difficilmente riesce a sperimentare altrove. Come ha ricordato ieri il parroco, don Paolo Ferrazzo, campo San Giacomo è uno degli ultimi luoghi in laguna dove la speculazione commerciale non ha ancora avuto il sopravvento totale sulla residenza. Se infatti posti come campo San Polo e Santa Margherita resistono a fatica all'avanzare dei turisti e dei locali dedicati a un pubblico più adulto, il  futuro, inteso come i prossimi cittadini, di Venezia passa per San Giacomo. 
LA SITUAZIONECerto, la mappa che riportiamo in alto (riprodotta sulla base di quella ufficiale del Comune) dimostra come ci sia una grande area ludica che va dallo spazio di fronte alla Vida fino al lato opposto del campo, oltre a cinque plateatici destinati all'utilizzo commerciale, esterni, però, al perimetro definito per lo svago. In realtà manca un plateatico, quello utilizzato da un locale nelle vicinanze del supermercato Coop, che invece non figura ufficialmente, ma esiste. Ancora per poco però, dato che con la rimodulazione dei pianini, l'area al locale in questione è stata revocata, ma al momento l'esercizio commerciale risulta ancora in regola perché, con i contenziosi legali in atto, il provvedimento non è ancora diventato esecutivo. Quindi, nella sola zona del campo, sarebbero almeno sei i locali dove è possibile sedersi e consumare cibi e bevande.
E proprio il commercio e l'ingrandimento degli spazi dedicati alla somministrazione di alimenti è il naturale proseguimento di un'evoluzione (o involuzione) della realtà cittadina locale, dove i tavolini danno l'immagine di un assedio all'area riservata ai giochi. 
L'ASSEDIOSe zone come Santa Margherita o l'Erbaria sono infatti sature, il mercato ha da qualche anno trovato il suo sbocco in un'altra area veneziana, cioè quella della Fondamenta degli Ormesini. Ora però esiste la possibilità che anche la Vida possa incrementare il numero di attività di ristorazione in città. Stando infatti al progetto presentato dagli architetti e spiegato ieri al Gazzettino dal legale dell'imprenditore Alberto Bastianello, Bartolomeo Suppiej, il ristorante la Vida potrebbe essere fatto da 74 posti interni all'edificio e da 96 coperti esterni. Il dove è però il fattore che ha richiamato l'attenzione dei cittadini ai controlli sugli spazi, perché il plateatico del ristorante Vida sarebbe proprio all'interno dell'area dedicata ai bambini, con buona pace per zone rosse e vincoli di sorta. 
LA PREOCCUPAZIONEE se da un lato Bastianello, attraverso le parole del suo legale, fa sapere che la colpa non è sua, ma semmai di una gestione poco accorta sulla concessione delle aree destinate al consumo di alimenti, per i cittadini è ora di dire basta. La preoccupazione di chi vive il campo è una sola: che lo spazio a disposizione della residenza sia sempre più compresso, a favore della speculazione commerciale. «Io e il consigliere Pd Rocco Fiano abbiamo assunto questa posizione perché la Vida diventa un baluardo per mantenere Venezia una città normale, se no diventa un punto di non ritorno, non è una questione ideologica, ma è un punto di non ritorno. Non molliamo mica», ha concluso Maurizio Crovato, consigliere fucsia che aveva dato origine alla nuova difesa della Vida con un accesso agli atti effettuato assieme a Fiano. 
Tomaso Borzomì
Ultimo aggiornamento: 15 Luglio, 12:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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