Edilizia pubblica. Canoni aumentati fino al 40 per cento. «Tutta colpa del reddito Isee»

Venerdì 12 Luglio 2019 di Alberto Lucchin
Edilizia pubblica. Canoni aumentati fino al 40 per cento. «Tutta colpa del reddito Isee»
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ROVIGO Gli affitti delle case popolari schizzano all'insù e subito scatta la protesta. A partire da luglio, infatti, il canone d'affitto che devono versare gli inquilini degli alloggi Ater sono aumentati fino al 30%. È questo l'effetto della legge regionale del 2017 sulla rivalutazione dei canoni degli alloggi popolari, applicati in provincia di Rovigo a partire da questo mese.
LA PROTESTAAlcuni inquilini segnalano di essersi visti arrivare costi di affitto quasi raddoppiati a causa di questa modifica da parte di Ater, finora non applicata solamente in Polesine. A tutto questo, inoltre, va aggiunto il pagamento dell'Iva del 10% sui canoni di locazione, altra voce di costo che prima mancava.
«È un adattamento dovuto alla nuova riforma ha spiegato il presidente Guglielmo Ferrarese È una legge regionale che si applica anche da noi, ma che è già in vigore pure in altre regioni, come la Lombardia. Si dà la possibilità di sostenere l'Ater, applicando un canone sostenibile da parte di chi ha bisogno di un alloggio. Se ci sono i requisiti, bene, altrimenti devono provvedere. È una riforma equa per le persone che hanno meno reddito, anche se questo va a discapito della nostra azienda, perché è rivolta a persone che hanno effettivamente bisogno della casa. Adesso il primo canone è aumentato anche per l'applicazione dell'Iva al 10%, finora non introdotta».
NUCLEO FAMILIARE«Gli affitti di luglio sono raddoppiati con dei parametri ben precisi, visto che il canone ora è calcolato sulla base dell'Isee, che offre un quadro patrimoniale completo del nucleo familiare, al di là del reddito percepito - prosegue Ferrarese - L'aumento c'è perché magari l'inquilino ha altri immobili ricevuti in eredità, oppure ha dei risparmi in banca. Questa situazione può cambiare se gli inquilini portano agli uffici Ater un nuovo Isee, anche se poi evidentemente potrebbe essere modificato il canone».
APPELLO AL SINDACATOGià da qualche giorno gli inquilini delle abitazioni popolari di tutta la provincia hanno cominciato a rivolgersi ai sindacati. Antonella Andolfatto del sindacato inquilini Sicet-Cisl, spiega che ieri mattina è stata nuovamente impegnata a parlare con molti di loro e che questa situazione non solo non sta aiutando i più bisognosi, ma li sta impoverendo: «Sto ricevendo molte segnalazioni - ammette - Sono aumenti programmati dalla Regione nel novembre del 2017 sulla scorta della revisione dell'Edilizia Residenziale Pubblica, che doveva ricalcolare in maniera plurima i canoni: in base all'alloggio, al suo valore di mercato e alla capacità patrimoniale dell'inquilino. In realtà, questo tipo di algoritmo doveva essere penalizzante per alcune persone, per alloggi pregiati o persone che erano in grado di pagare affitti più elevati, ma è stato allargato a gran parte della platea. L'affitto minimo, che prima era di otto euro, adesso è arrivato a 40 euro. Ci sono altri canoni, però, che hanno avuto incrementi anche del 30%. Vuol dire che il patrimonio ha un'incidenza importante».
Il problema più grave è che in molti non sanno che parte del proprio patrimonio è composta anche da alcuni beni che in realtà incidono in maniera importante, oppure di situazioni familiari che comportano presunzione di ricchezza. L'esempio più calzante è quello di un affittuario Ater che riceve in eredità un'immobile, magari condiviso con altri parenti. In questo caso, la sua porzione di proprietà va ad aumentare la sua ricchezza e, di conseguenza, si va ad incidere sul valore Isee. Oppure, il fatto di avere uno o più figli con la residenza nella casa Ater dei genitori, ma che vivono da un'altra parte, inevitabilmente questo comporta un aumento del patrimonio complessivo.
Alberto Lucchin
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