«Io, imprigionato in un corpo di donna»: la storia di Giulio

Venerdì 12 Luglio 2019 di Mauro Favaro
«Io, imprigionato in un corpo di donna»: la storia di Giulio
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PAESE - Dalla Marca alla Sicilia per cambiare sesso. E' il viaggio compiuto da Giulio -il nome è di fantasia- 34enne che è nato in un corpo femminile ma che si è sempre sentito uomo. «Qui le liste d'attesa per l'asportazione del seno erano troppo lunghe. Si arrivava anche a due anni -racconta- in una struttura sanitaria di Ragusa, convenzionata con il sistema sanitario, invece, è stato possibile fare tutto al meglio senza dover aspettare anni». Per lui è sempre stato normale comportarsi da uomo. E ora questa sua straordinaria storia di normalità è diventata un monologo teatrale: Mina, le scarpe e altri imprevisti. Il testo è stato scritto da Francesca Brotto di Paese. Sarà lei stessa a portarlo in scena con la regia di Marco Artusi.
 
LO SPETTACOLOIl lavoro rientra nel progetto Teatro a Km0, rassegna organizzata dall'associazione Tale. La prima è in programma domani alle 21 nella Compagnia della vigna a Cavriè di San Biagio. La vita di Giulio non è stata semplice. Ma lui l'ha vissuta sempre con il sorriso. Con una carica di autoironia che riesce a renderlo praticamente immune dai pregiudizi. Non risponde all'immagine che domina l'immaginario collettivo quando si parla di un transessuale. Non si riconosce nemmeno in alcuni eccessi dei gruppi Lgbt. «Sono stato fortunato: la mia famiglia ha capito la mia situazione e mi ha sempre appoggiato. E capisco bene che chi non vive qualcosa del genere possa cercare sostegno all'esterno -rivela- io fortunatamente mi sono ritrovato in un'isola felice. Le mie due nonne, entrambi ultraottantenni, sono state le prime a condividere l'inizio del percorso per diventare uomo. Una mi ha chiesto perfino come avrebbe dovuto chiamarmi. L'altra, invece, mi ha detto che andava bene, a patto che poi mi fossi tenuto la barba corta». 
PERCEZIONIGiulio ha iniziato ad avere la percezione di vivere in un corpo che non era il suo, quello femminile, quando aveva sette anni. «Per me era naturale comportarmi da maschietto -sottolinea- la differenza sta in come ti guardano dall'esterno». Il percorso per cambiare sesso è iniziato cinque anni fa. Prima con un supporto psicologico. Poi con l'inizio della cura ormonale vera e propria, che continuerà per tutta la vita. Dopo l'operazione in Sicilia per l'asportazione del seno, all'orizzonte ci sono altri interventi chirurgici per completare la trasformazione. Tutto questo non ha impedito a Giulio di vivere una vita serena, pur con qualche contrattempo. «In particolare in aeroporto o comunque quando qualcuno vedeva che la persona dei documenti non corrispondeva a quella che aveva davanti -specifica- all'università, invece, non ho avuto problemi. E' stato attivato il percorso Alias che di fatto consente di avere due matricole con nomi diversi. Con questo sistema nessuno nota nulla e non serve dover spiegare ogni volta come stanno le cose». 
LA VITA PRIVATASi è già laureato in storia, ha lavorato nel mondo del marketing e adesso si è nuovamente iscritto all'università. Frequenta infermieristica. «Nell'immaginario il trans è quello che sta lungo i viali di notte -sottolinea- invece non è affatto così. Molte volte incrociamo persone transessuali senza nemmeno rendercene conto. Perché è la normalità». Certo, non è sempre facile. Anche vivere questo periodo di trasformazione assieme alla sua compagna è ovviamente complesso. La loro storia è iniziata sette anni fa. Giulio non aveva ancora iniziato il processo per diventare uomo anche a livello esteriore. «Ci vedevano come una coppia lesbica -racconta- io mi sentivo un maschio eterosessuale a tutti gli effetti, ma per evitare di dover spiegare ogni volta come stavano le cose lasciavamo che ci vedessero come due donne che stavano assieme». Poi è cominciato i periodo del cambiamento. «Ne abbiamo parlato a lungo. Il percorso psicologico serve anche a questo, oltre a preparare ai cambiamenti fisici più evidenti -conclude Giulio- lei mi è sempre stata accanto. E continua a restarci».
Mauro Favaro
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Ultimo aggiornamento: 13 Luglio, 10:24 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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