Azienda in crisi. Safop, si cercano investitori per salvarla

Mercoledì 3 Luglio 2019 di Davide Lisetto
Azienda in crisi. Safop, si cercano investitori per salvarla
PORDENONE - La drammatica situazione della Safop sarà al centro di un primo tavolo regionale - chiesto ieri mattina congiuntamente da Unindustria e organizzazioni sindacali - e convocato in Comune dal sindaco di Pordenone Alessandro Ciriani per domani pomeriggio. «La messa in liquidazione della società - ha detto il sindaco - senza avvisare nessuno e un modo vergognoso di comportarsi, una dimostrazione di odioso sfruttamento del nostro capitale industriale e umano. È stato convocato un tavolo urgente con sindacati, Regione e Unindustria per affrontare la situazione e cercare di trovare un percorso di speranza per i dipendenti e l'azienda».
IL SUMMITAl summit, oltre ai vertici dell'Associazione degli industriali e al sindacato, saranno presenti gli assessori regionali al Lavoro, Alessia Rosolen, e alle Attività produttive, Sergio Bini. La gravità della situazione ha spinto immediatamente - dopo l'appello lanciato lunedì dalla Cgil e dalla stessa rappresentanza sindacale dei lavoratori - le istituzioni a mobilitarsi. Intanto in fabbrica la produzione è ferma, i lavoratori sono temporaneamente sospesi in attesa che il tribunale di Pordenone - dopo che la holding europea, ha sede in Germania ed è totalmente controllata dal colosso cinese Beijing Jingcheng machinary electric, ha presentato istanza di autofallimento ai giudici - nomini un curatore fallimentare. Sarà proprio il curatore - in mancanza di alcuna forma di interlocuzione con la società che controlla Safop - a dover cercare una possibile soluzione che eviti l'immediato licenziamento dei circa ottanta dipendente e individui una possibile strada per attivare gli ammortizzatori sociali». Una condizione che non è affatto scontata. La cassa integrazione straordinaria, infatti, può essere attivata soltanto a fronte di una manifestazione di interesse da parte di qualche investitore e di un piano industriale di salvataggio e di rilancio aziendale. In mancanza di queste due condizioni sarà assai difficile salvare l'azienda con le sue commesse in essere per circa 12 milioni e ottenere l'ammortizzatore sociale. «È proprio per questo - ha sottolineato ieri il segretario provinciale Fiom, Maurizio Marcon - che la cosa più urgente è creare le condizioni affinché si possa cercare e sostenere un investitore interessato a rilevare l'azienda con il suo patrimonio storico di conoscenze e di professionalità in un settore di nicchia, come quello delle mega-macchine utensili per le ferrovie». L'unico modo di salvare la disperata situazione è infatti quello del possibile ingresso di investitori interessati e rilevare il busines salvando quindi, almeno in parte, l'occupazione. «Abbiamo sollecitato questo tavolo regionale - ha detto il presidente di Unindustria Michelangelo Agrusti - In quell'occasione vedremo quali strumenti la Regione potrà mettere in campo e come sarà possibile attivarsi per trovare un investitore, possibilmente del settore, interessato a rilevare l'impianto. Da parte mia, preferisco un investitore europeo con vocazione imprenditoriale permanendo le mie perplessità sull'investimento cinese in Italia».
Davide Lisetto
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