Caribe Bay non trova 50 addetti: «Colpa del reddito di cittadinanza»

Giovedì 27 Giugno 2019 di Marco Corazza
foto di repertorio
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JESOLO - «Mai vissuta una stagione come questa. Non riusciamo a reperire personale. Le cause? Stiamo cercando di capire, ma di certo il reddito di cittadinanza non ci sta aiutando». Luciano Pareschi, titolare di Caribe Bay (l'ex Acqualandia), il più grande parco acquatico dell'Alto Adriatico, non riesce a capacitarsi.
Il Parco a tema acquatico, premiato ben undici volte come il migliore in Italia ed inserito tra i primi dieci al mondo, con una forte attrattività favorita dai continui investimenti (l’ultimo, in ordine di tempo, la realizzazione di Roatan, l’attrazione più lunga del Parco), oltre che dalla opportunità data soprattutto ai giovani di rapportarsi con un ambiente altamente professionale e di indirizzo internazionale, sta avendo difficoltà a reperire personale.

«La stagione è avviata ormai da tempo, anche se abbiamo dovuto iniziare dopo a causa delle avverse condizioni meteo di maggio – dice ancora Pareschi – eppure non riusciamo a completare l’organico». Il Parco dà lavoro a circa 220 persone, diventando in questo modo l’azienda più grande di Jesolo.

Ad oggi mancano ben 50 persone. Si cercano persone soprattutto per la ristorazione, addetti alla cassa, alle riparazioni, bagnini per stipendi che si aggirano sui 1200 euro ma variano anche in base alla professionalità.
Ultimo aggiornamento: 30 Giugno, 22:27 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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