Su Regeni speculazione politica, ma l'amicizia tra due Paesi non può basarsi sulla menzogna

Giovedì 27 Giugno 2019
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Egregio direttore,
con tutto il rispetto per l'atroce morte del giovane Regeni e la comprensione per il dolore dei suoi genitori, ritengo che, se pur grave, tale episodio privato non può compromettere i rapporti di amicizia e di alleanza tra due Stati, con tutto quello che ne consegue. Potrei capire se le insistenti e molteplici azioni rivolte contro l'Egitto fossero funzionali a salvare la vita del ragazzo, ma questo purtroppo non è più possibile. Sarebbe auspicabile che la strumentalizzazione e le polemiche lasciassero in pace quel povero ragazzo.


Rinaldo Rinaldi
Padova


Caro lettore,
anche io penso che intorno alla tragica vicenda di Giulio Regeni ci sia un'insopportabile e avvilente speculazione politica. È davvero triste notare come qualcuno cerchi di sfruttare la morte ancora misteriosa nelle sue vere dinamiche di questo nostro ragazzo, per raggranellare consensi a buon mercato, intestandosi presunte battaglie ideali senza però muovere un dito. Non sono invece d'accordo sul fatto che questa vicenda debba rimanere in un ambito privato. Perché privata non è. Perché chiama in causa le responsabilità politiche, e quindi pubbliche, di un altro Paese. L'Egitto ha il dovere di fare chiarezza e spiegare come è stato ucciso Giulio Regeni. E l'Italia ha il dovere di pretendere queste spiegazioni. Sappiamo che i rapporti tra Roma e Il Cairo hanno un elevato valore strategico in un'area geo-politica delicata e cruciale del mondo e non vanno per nulla sottovalutati. E siamo anche consapevoli che la diplomazia è un terreno delicato e ha tempi che talvolta non si conciliano con le legittime attese di chi ha sofferto la violenta perdita di un figlio o di un amico. Ma l'amicizia tra due Paesi non può fondarsi sulla menzogna o sull'insabbiamento delle verità scomode.
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