​Falsi prosciutti Dop, si patteggia senza associazione

Martedì 25 Giugno 2019 di Cristina Antonutti
Falsi prosciutti Dop, si patteggia senza associazione
PORDENONE Sui falsi prosciutti Dop di San Daniele la Procura non ha ancora scoperto le sue strategie processuali, ma l'accordo raggiunto dall'avvocato Gian Lucio Morassutti sul patteggiamento di un dipendente del macello Gruppo Carni Friulane lascia intendere che per il reato associativo ci sarà una richiesta di non luogo a procedere. Per Michele Pittis - come spiega il legale - il consenso è già stato raggiunto e non contempla il reato associativo, ipotesi che era già stata esclusa dal Tribunale del Riesame di Trieste e dalla Cassazione, ma poi riproposta dal titolare dell'inchiesta, il pm Marco Brusegan, formulando le richieste di rinvio a giudizio. Il caso è ora stato assegnato al pm Carmelo Barbaro, che in preliminare non si è sbottonato lasciando dubbiosi molti difensori che ancora non se la sentono di uscire allo scoperto. In quattro, invece, hanno fatto istanza di rito abbreviato condizionato a una consulenza (a nessuno è contestata l'associazione per delinquere). In un caso è chiesta la messa alla prova. Ieri, dopo quattro ore di udienza, il gup Rodolfo Piccin si è pronunciato sulle eccezioni. Ha ammesso tutte le intercettazioni telefoniche e ambientali, scremato le parti civili, negato lo smembramento del processo e messo dei paletti che gli permetteranno di arrivare alla sentenza senza rallentamenti.
PARTI CIVILIÈ stata respinta l'istanza dell'associazione consumatori Codici Onlus, che avrebbe voluto costituirsi parte civile chiedendo danni per 50 milioni di euro. Sono stati ammessi il Consorzio prosciutto di San Daniele tutelato dall'avvocato Luca Zanfagnini, che in via provvisoria chiede 300mila euro; la Centrale Adriatica società cooperativa, la Società Cooperativa Italia Casalecchio di Reno e la Morgante srl. Non potranno però costituirsi nei confronti delle società chiamate a rispondere per l'illecito amministrativo e che sono Gruppo Carni friulane Srl, Testa&Molinaro Spa, Cinausero Ss, Zuccolo ss, Impresa 4Esse, Green Pig, Agrifarm, Ineq e Ppq.
INCOMPETENZAIl processo resta a Pordenone, nessuna posizione sarà stralciata. Sono state respinte le eccezioni di incompetenza territoriale sollevate da tre imputati e una società. Il concorso nella frode in commercio, secondo il giudice, è stato commesso a Pordenone, anche se macellatori, allevatori e ispettori operavano in provincia di Udine. Su questo punto non ci sta l'avvocato Roberto Mete, che difende Francesco Ciani, l'ispettore dell'Ineq che denunciò l'utilizzo di suini Duroc, non previsti dal disciplinare, per i prosciutti destinati al Dop e si è ritrovato a sua volta coinvolto nell'inchiesta di Pordenone. «È merito suo se l'indagine di Torino, da cui nasce quella di Pordenone, è partita - spiega Mete - Riproporremo il quesito e depositeremo una memoria». 
RITI ALTERNATIVIOltre al patteggiamento di Pittis, il processo si chiuderà in preliminare per Nadia Di Giorgio di Remanzacco, Elisa Borin di San Pietro di Feletto, Franco Pinardi di Pordenone e Giuseppe Presacco di Rivignano Teor. Gli avvocati Lara Cisilino, Cristiana Polesel, Gian Lucio Morassutti e Piergiorgio Bertoli hanno chiesto un rito abbreviato condizionato a una consulenza. Per Carlo Del Stabile, di Villa Vicentina, l'avvocato Maurizio Conti ha invece chiesto la messa alla prova. Il giudice ha fissato un calendario per gli adempimenti processuali che lascia aperta la strada a ulteriori istanze di riti alternativi. Entro il 30 settembre vanno depositati gli atti per chi fa l'abbreviato; entro il 31 ottobre vanno espressi i pareri di Procura e parti civili ed entro il 30 novembre c'è l'ultima chiamata per chi vuole definire la propria posizione in udienza preliminare. Il 13 gennaio saranno discusse le consulenze degli abbreviati, mentre il 23 marzo sono previste le conclusioni del Pm e delle difese per tutti i 24 indagati e per le società.
Cristina Antonutti
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