Autisti di Busitalia: ​«Tram vecchi e conducenti stanchi, è pericoloso»

Martedì 25 Giugno 2019
Padova. Autisti di Busitalia: «Tram vecchi e conducenti stanchi, è pericoloso»
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PADOVA - Su manutenzione, rinunce ad ottenere la patente di guida per il tram e sul trattamento che riserva loro l'azienda, interviene un gruppo di autisti di BusItalia. «La rinuncia ad ottenere la patente per il metrobus - racconta un dipendente - era nell'aria. Dodici colleghi hanno mollato il corso prima dell'incidente della Guizza e due subito dopo. Si è saputo fin dalla sua realizzazione che il punto debole del mezzo sono i carrellini che agganciano la monorotaia nonostante il peso della molla sia stato portato da 30 a 70 kg senza riscontrare miglioramenti. Attendiamo i risultati dell'indagine in corso con il timore che, nonostante tutto, potrebbero esserci problemi  strutturali ai cassoni (ad esempio fessurazioni sull'assale). Ancora una volta si scarica la responsabilità sull'errore umano come accaduto per il deragliamento avvenuto sempre alla Guizza del 2018. L'impressione è che l'azienda non voglia fare chiarezza sullo stato dei mezzi. Inoltre, in termini di servizio e di passeggeri trasportati, il tram non ha mai soddisfatto quello che era la linea 8 che ha sostituito». 

Il problema dell'azienda sarebbe stato l'ingresso di BusItalia, come sottolinea un altro autista. «Aps era un'azienda che funzionava bene da decenni ma con l'ingresso di BusItalia è arrivato anche il disastro. Le manutenzioni dei bus sono state affidate a una ditta esterna con prevedibili conseguenze. Anche qualche giorno fa, ad esempio, su un autobus a metano, alle 6,40, fortunatamente quindi appena entrato in servizio e senza passeggeri, è scoppiato un vetro e ha dovuto rientrare subito in deposito». 

Secondo il gruppo di autisti esiste quindi un «serio problema di sicurezza dei mezzi pubblici, bus e tram, dovuto proprio alla nuova gestione voluta prima dall'amministrazione Zanonato-Rossi e poi dal subentrato Bitonci. Una cessione di proprietà che ha peggiorato non solo la manutenzione del metrobus e di tutti i mezzi di BusItalia ma anche la distribuzione del lavoro».

«Se per 50 anni gli autisti hanno lavorato per 39 ore settimanali, era proprio per motivi legati alla sicurezza - afferma un dipendente - Guidare un mezzo per 6 ore e mezzo al giorno comporta già un notevole stress, ora si arriva anche a 7 ore e 15 minuti, raggiungendo le 45 ore settimanali. I riposi si riducono in pratica ai pochi minuti di recupero quando ci si ferma al capolinea ma, spesso se si è in ritardo per il traffico, per la pioggia o qualsiasi altro motivo, non abbiamo a disposizione nemmeno quelli. Essere costretti a lavorare in queste condizioni non aumenta di certo la sicurezza». I dipendenti sottolineano come, dopo il deragliamento della Guizza sia stata subito inoltrata all'azienda una richiesta di incontro per discutere proprio di questi temi. Una richiesta, come riferiscono, che «nonostante siano passate un paio di settimane ancora non ha ottenuto risposta».
L.M.
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