Lascia la carriera in azienda: «Meglio il panificio all'antica»

Lunedì 24 Giugno 2019 di Federico Fioretti
Lascia la carriera in azienda: «Meglio il panificio all'antica»
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VEDELAGO - Dagli studi di Economia Aziendale all'università, ore e ore sui libri a barcamenarsi tra bilanci e scritture contabili, all'antica arte del panettiere, un mestiere che oggi trova sempre meno persone disposte a portare avanti. Elena Zuanetti, 31enne di Fanzolo di Vedelago, rappresenta invece l'eccezione che conferma la regola, perché da tre anni è la titolare del Forno d'Elena di Madonna della Salute, frazione di Maser, in un locale che una volta ospitava il panificio Forno d'Asolo e che adesso è ritornato a vivere. Ed è proprio lei che, dopo essersi laureata in Economia aziendale all'Università Ca' Foscari di Venezia nel 2013, ha deciso di prendere in affitto lo storico locale di via Mulino, abbandonando la carriera di figura addetta al controllo gestionale, un'esperienza vissuta alla Coin di Mestre in un tirocinio, per ridare vitalità alla piccola frazione di Maser con un panificio all'antica che unisce gli antichi sapori di una volta a innovazioni da lei introdotte.
LA RIVELAZIONE«È stato proprio nel periodo di stage alla Coin spiega Elena che mi sono accorta di non voler stare davanti a un monitor e lavorare al computer per 8 ore al giorno. Col tempo ho capito di voler mettere qualcosa di mio in un settore in calo e di cui comunque sono appassionata. Avevo voglia di lavorare per me stessa, decidere autonomamente il da farsi e rianimare un'attività in un piccolo centro come questo. Tra i vantaggi di tale mestiere c'è anche il lato dinamico della creatività nella lavorazione delle materie prime, non mi fermo al pane classico ma spazio da quelli con aggiunta di ulteriori ingredienti per arrivare alle pizze e alla focaccia con noci e sciroppo d'acero. Inoltre, qui posso avere contatti continui con le persone».
IL SACRIFICIOElena, che si occupa degli impasti e della preparazione del pane, si avvale della collaborazione dei genitori Tiziano e Daniela e di un altro panettiere. E dopo anni, con l'esperienza accumulata, la giovane ha le idee chiare sul perché tanti suoi coetanei non intendano avviare una simile attività: «Io mi sveglio alle 2.30 per preparare il pane racconta ma quanti ragazzi al giorno d'oggi sarebbero disposti a fare questo sacrificio? Chiaramente ho poca vita sociale, invece tanti al divertimento non vogliono rinunciare. Non capisco però perché quasi tutti snobbino un'attività come il panificio, è vero sì che ci sono delle privazioni ma si può esprimere il proprio modo di essere e metterci creatività, offrendo alla clientela qualità grazie a un impegno costante».
IL CONSIGLIOE, infine, un consiglio ai suoi colleghi che vivono periodi di difficoltà e il suo sogno nel cassetto: «È importante conclude immedesimarsi nei clienti e andare incontro alle loro esigenze, oltre che aggiornarsi con corsi di formazione. Il mio sogno? Aprire una panetteria-bistrot in cui la clientela possa farcire il pane in autonomia e consumare pranzi veloci».
Federico Fioretti 
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