Salvini: «Subito manovra e flat tax». M5S: «Dove sono i soldi?». Giorgetti boccia i minibot

Domenica 23 Giugno 2019
Minibot, Giorgetti scredita Borghi: «C'è ancora chi gli crede? Non sono verosimili»
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«L'Europa sappia che qualunque cosa accada, taglio le tasse». Non è la prima volta che Matteo Salvini lo dice. Ma la richiesta di una flat tax da «almeno 15 miliardi» da varare subito, anticipando la manovra all'estate, genera «apprensione» a Palazzo Chigi e sospetti nel governo. La preoccupazione è che l'accelerazione leghista faccia saltare ogni possibilità di evitare la procedura d'infrazione. L'accusa tacita è quella esplicitato da Alessandro Di Battista: «Salvini vuol destabilizzare il governo, cerca l'incidente» per tornare a votare a settembre, capitalizzando i consensi della Lega.

Salvini intervistato in spiaggia: «L'Unione Europea non deve esagerare...»

Tacciono per ora Giuseppe Conte e Giovanni Tria, protagonisti della trattativa con Bruxelles. Il tempo è agli sgoccioli: il 2 luglio la Commissione europea deciderà se proporre la procedura d'infrazione a carico dell'Italia. Mercoledì sera il Consiglio dei ministri dovrebbe dare al premier e al ministro gli strumenti per provare a evitarla: la legge di assestamento di bilancio che certifichi maggiori entrate per circa 4 miliardi e altri somme a far calare il deficit, a partire dai 3 miliardi di risparmi attesi da quota 100 e reddito di cittadinanza. C'è anche l'ipotesi di varare un decreto per destinare quei miliardi al taglio del deficit. Ma poiché per M5s e Lega parlare di un decreto (cioè una 'manovrinà) è una bestemmia, si cerca di evitarlo. Ma lo schema di Conte e Tria sembra essere stato travolto da Salvini, con la richiesta di non cambiare destinazione ai risparmi ma fare un intervento complessivo anticipando la manovra autunnale. L'iniziativa crea non poca apprensione in ambienti vicini a Palazzo Chigi. La domanda che circola è: «A cosa mira Salvini con le sue uscite, nel bel mezzo di una trattativa difficilissima in cui l'Italia rischia grosso? Vuole complicare la trattativa e portare alla procedura d'infrazione o addirittura mira ad andare a votare?».

Di Battista: «È Salvini che destabilizza il governo. Con Di Maio chiariremo gli screzi»

Una domanda pesante, che potrebbe trovare risposta solo quando, probabilmente tra martedì e mercoledì, Conte vedrà Di Maio e Salvini. Anche perché tra i tre non risultano contatti nelle ultime ore. Un vertice politico è a questo punto cruciale, prima del Consiglio dei ministri di mercoledì. Anche perché in quella sede Salvini vuole anche incassare il via libera alle autonomie regionali, su cui Barbara Lezzi per il M5s continua a esprimere tanti dubbi. Nel governo c'è in queste ore grande confusione. E spiazza non poco la scelta di Giancarlo Giorgetti di affondare i minibot proposti dal leghista Claudio Borghi: «C'è ancora chi crede a Borghi? Ma vi sembrano verosimili? Se si potessero fare, li farebbero tutti», dice il sottosegretario, che potrebbe essere candidato dal governo per un posto di commissario Ue. Di fronte alle uscite leghiste, la strategia di Di Maio è andare a vedere le carte di Salvini: sfidarlo sul suo stesso terreno. Ecco perché il capo M5s dice che «destabilizzare il governo mentre Conte tratta con l'Ue è da incoscienti».

Di Maio: «Governiamo, non giochiamo a Risiko. Basta destabilizzare M5S»

Di Maio, «preoccupato» dall'ipotesi di una procedura, spinge il cuore oltre l'ostacolo proponendo di «eliminare una serie di balzelli» che gravano sui pensionati.

E anche sui minibot il M5s dice che il problema dei debiti della P.a. va risolto. Ma sulla manovra, che «si può fare anche domani», Di Maio invita la Lega a portare le cifre: «Ancora non conosco le coperture della flat tax». Il ministro dell'Interno risponde a distanza, in costume e a torso nudo, dal bagnasciuga di Milano Marittima. «Sono già stati trovati - assicura, senza scomporsi - almeno 15 miliardi» per la flat tax: «L'Europa non esageri parlando di infrazione, multe, commissari. Taglierò le tasse qualunque cosa accada», aggiunge. Una delle ipotesi, spiegano in casa leghista, sarebbe una tassa piatta fino al 15% fino a 65mila euro di reddito familiare e del 20% fino a 100mila euro. Si incontreranno gli interlocutori, dai sindacati alle imprese, per metterla a punto. Ma ora la partita è tutta interna al governo. Conte «sta lavorando bene, andiamo avanti quattro anni», dice Salvini. Ma gli alleati M5s sospettano che, da qui a una settimana, voglia scalzarlo.

Ultimo aggiornamento: 24 Giugno, 10:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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