L'inutile costo di 8,5 milioni di euro del Cnel sopravvissuto al referendum di Renzi

Sabato 22 Giugno 2019
14
Caro direttore, 
Nel 2016 il cavallo di battaglia dell'allora Presidente, Matteo Renzi, per il referendum costituzionale era stato quello della proposta di abolizione del Cnel e su tale specifico argomento mi era sembrato che tutti i partiti fossero d'accordo. Come sappiamo, il referendum non raggiunse la maggioranza dei voti ed il Cnel si è salvato portandosi dietro i relativi costi di gestione che, secondo i dati dello stesso sito del Consiglio Nazionale, variano dai 15 ai 20 milioni di all'anno. L'opinione della maggioranza degli esperti ritiene che il Cnel sia un ente inutile anche perché nel corso della sua lunga vita ho prodotto poco o niente. Premesso quanto sopra, vista la disperata ricerca di fondi e quella di abbattere il debito pubblico, mi chiedo come mai il presidente del consiglio non si faccia carico, tramite i partiti che la sostengono in Parlamento, di presentare una proposta di legge molto semplice che io sintetizzo in un unico articolo: Proposta di legge per l'abrogazione del Cnel. Art. 1 : Il Cnel, previsto dall'art. 99 della Costituzione, viene abrogato. Pertanto dalla promulgazione della presente legge, verranno avviate tutte le pratiche necessarie per la chiusura, nei tempi più brevi possibili del Cnel.

Tarcisio Sandre

Caro lettore, 
in una recente intervista il vice presidente del Cnel ha sostenuto che in realtà oggi questo organismo costa solo 8,5 milioni l'anno. Una cifra comunque di tutto rispetto e difficilmente giustificabile alla luce dei risultati raggiunti. Nel corso della sua decennale attività il Cnel ha infatti sfornato poco meno di mille fra studi e pareri, nessuno dei quali, ci pare di ricordare, sia però passato alla storia, ma neppure alla cronaca. Ha anche sfornato 17 proposte di legge, ma nessuna di queste è mai stata approvata dal Parlamento. In qualche caso non è stata neppure discussa, è finita direttamente in archivio. In qualsiasi azienda privata un consesso del genere, dal costo di soli 8,5 milioni annui, sarebbe stato chiuso dopo poco tempo. Il Cnel no, sopravvive a tutto e a tutti, e, in quanto organo di rilevanza costituzionale (la sua esistenza è prevista dalla Carta), è anche difficile da abolire. Non so se il suo appello sortirà qualche effetto. Lo speriamo. Magari lo leggerà l'attuale numero uno del Cnel, il veneto Tiziano Treu, giuslavorista di grande valore e più volte ministro, che in occasione del referendum del 2016 si schierò con decisione per l'abolizione del Cnel, salvo poi diventarne presidente. Senza stipendio (non riceve alcuna compenso per il suo incarico), ma pur sempre presidente.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci