Ma perchè la Rai non rinuncia a qualche replica e usa l'estate per sperimentare nuovi programmi?

Giovedì 20 Giugno 2019
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Caro direttore, 
con la stagione estiva è partita in Rai la campagna del riciclo 
Riappaiono programmi vecchi, visti e rivisti, per non parlare delle fiction che 
sono arrivate all'edizione 10, 11 ed oltre. Mi domando: ma la Rai non è in grado di dar vita a programmi nuovi, ma soprattutto decenti/divertenti ed eliminare quelle trasmissioni in cui dei signori nessuno parlano di tutto sapendo di niente, gridano, si accapigliano e non dicono niente di interessante? Io penso che, come dice il proverbio, il difetto stia nel manico. Le risorse tecniche e la professionalità per fare delle buone cose ci sono, ma la struttura Rai è pesantissima. Bisogna accontentare e trovare un posto ad un sacco di gente di provenienza politica le cui competenze sono da tutte verificare. E noi intanto dobbiamo accontentarci delle repliche.

Giancarlo Locatelli
Mestre

Caro lettore,
la Rai è un grande mistero anche per chi si occupa di comunicazione. In questi giorni, per esempio, è stata data la notizia che verranno assunti 93 giornalisti. Una buona notizia per il settore, ma si fa fatica a capire come un'azienda che ha già 1.760 giornalisti a libro paga, abbia la necessità di aumentare il suo organico di un altro centinaio di unità. E non è una curiosità disinteressata visto che tutti noi cittadini contribuiamo con il pagamento del canone al bilancio del colosso di viale Mazzini. Quanto alla programmazione estiva anche quest'anno la Rai sfrutterà il suo magazzino. I fan di Don Matteo possono star tranquilli: neanche quest'estate la Rai li lascerà delusi. Repliche assicurate. Lo stesso vale per i fan di un Passo dal cielo.E molti altri. Questa scelta ha una motivazione economica: il periodo giugno-settembre è quello meno interessante dal punto di vista pubblicitario, quindi la Rai come le altre aziende del settore si tengono in serbo le trasmissioni e le serie di maggior successo per l'autunno-inverno. Qualche novità estiva in verità è prevista (una serie di ambiente ospedaliero, The resident, su Rai 1 per esempio), ma è un peccato che la Rai non sfrutti questo periodo anche per sperimentare nuovi programmi e nuovi volti. Insomma per innovare e cercare nuove vie per lo spettacolo televisivo. Come dovrebbe essere nel suo Dna. Ma forse è chiedere troppo.

    
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