Rapina in villa con sequestro, condannati due della banda

Giovedì 20 Giugno 2019 di Francesco Campi
La villetta di via Spinea a Castelnovo Bariano
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CASTELNOVO BARIANO - Sono stati condannati rispettivamente a 3 anni e 8 mesi e a 4 anni e 2 mesi Sorin Lesniuc, 26 anni, cittadinanza romena e domiciliato a Villanova Marchesana, e Mihai Florin Coman, 46 anni, di nazionalità francese e residente a Marsiglia, componenti della banda che ha colpito a raffica le abitazioni del Polesine: furono loro a compiere anche una rapina a mano armata a Castelnovo Bariano, il 3 aprile 2018, minacciando con una pistola e legando l’allora 28enne Valentina Pisani, rimasta sola in casa, nella graziosa villetta a due piani in via Spinea.
 
La rapina era stata sostanzialmente un flop, visto che i banditi erano riusciti a portare via “solo” 3mila euro, mentre si aspettavano di trovare di più. Erano soldi raccolti per beneficenza dalla madre della ragazza. Probabile anche che, come per il furto in abitazione il giorno prima a Porto Tolle, ritenessero che in casa non ci fosse nessuno e che la presenza della ragazza sia stata un imprevisto. 
Tutti e tre gli autori della rapina sono originari della Romania e di etnia rom. Lesniuc, ritenuto il basista e organizzatore, stanziale da un po’ a Villanova Marchesana, dove vive con la compagna, era chiamato a rispondere di sette episodi: la rapina, il furto di Porto Tolle, altri quattro furti in abitazione e l’organizzazione di un’ulteriore rapina a Crespino, a danni di una esercente, rimasta però solo in fase di preparazione. A Coman era contestata invece la partecipazione alla rapina e un altro episodio. La sentenza pronunciata ieri dal giudice Silvia Varotto nei confronti del 45enne è stata più pesante rispetto a quella nei confronti di Lesniuc, per la differente condotta processuale, con quest’ultimo che ha ammesso l’addebito, a differenza dell’altro che, invece, ha sempre continuato a negare tutto. Le pene sono già comprensive della riduzione di un terzo dovuta al rito abbreviato.
I carabinieri erano finiti sulle tracce della banda indagando su una serie di furti in abitazione: uno a Bellombra nell’ottobre 2017, due ad Ariano e due a Raccano, uno a Canaro e uno ad Adria a marzo 2018, e uno il 2 aprile successivo a Porto Tolle. La prima traccia seguita è stata un’Alfa Romeo Mito, notata e segnalata in occasione di alcuni furti. Da qui è partita una vasta indagine, condotta dal Nucleo investigativo guidato dal maggiore Nicola Di Gesare, coordinata dal sostituto procuratore Sabrina Duò, culminata, appunto nell’operazione “Mito”, che nel luglio scorso aveva portato il giudice per le indagini preliminari a emettere tre ordinanze di custodia in carcere: per Lesniuc, arrestato a Palmanova mentre si apprestava a lasciare l’Italia con la compagna, per Coman, il “marsigliese”, arrestato grazie a un mandato d’arresto europeo e con l’attivazione dell’Interpol, e per un terzo romeno latitante, e un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari per R.N., 29 anni, serba, convivente di Lesniuc. 
Indizi schiaccianti erano emersi già con la perquisizione del 4 aprile, il giorno dopo la rapina a Castelnovo Bariano, col ritrovamento di parte del bottino.
Ultimo aggiornamento: 08:23 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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