Gaiatto parla: «Truffato dai croati. Tanti a Portogruaro ricchi grazie a me»

Giovedì 20 Giugno 2019 di Cristina Antonutti
Fabio Gaiatto mentre esce scortato dal Tribunale di Pordenone
3
PORDENONE -  La verità di Fabio Gaiatto, il trader accusato di aver organizzato la truffa milionaria della Venice Investment Group, è racchiusa in mezz’ora di dichiarazioni spontanee rilasciate al magistrato che dovrà giudicarlo e decidere sui 9 anni di reclusione chiesti dal procuratore Raffaele Tito. Per la prima volta Gaiatto ha partecipato al processo. «Voleva far vedere il suo volto, trasmettere la sua sofferenza», ha spiegato il suo avvocato, Guido Galletti. Rasato, i capelli corti, il volto abbronzato dal sole che picchia tra i muri in cemento armato del cortile del carcere di Tolmezzo, il 44enne di Portogruaro è apparso smagrito e provato. Il giudice, per evitargli sfilate davanti ai fotografi, ha disposto che il cellulare della penitenziaria parcheggiasse nel cortile del palazzo di giustizia.

«SONO STATO INGENUO» Camicia bianca sotto la giacca azzurra e jeans con il risvoltino, Gaiatto ha parlato tra le 10.30 e le 11. In mano teneva i fogli con gli appunti, per non perdere concentrazione, ma nella sua mente quello che doveva dire era ben chiaro: «Sono stato un ingenuo, mi hanno truffato». Il processo si sta celebrando con rito abbreviato in udienza preliminare, a porte chiuse, ma è impossibile arginare lo stupore di decine di avvocati di parte civile per le giustificazioni fornite da Gaiatto. Al Comune di Portograro che si è costituito parte civile ha replicato ricordando che i primi clienti erano proprio i suoi compaesani, quelli che hanno guadagnato il doppio, se non il triplo, di quello che avevano investito nel forex.
SOGNAVA UNA BANCA Ha raccontato che quando faceva il portiere d’albergo in Val Fassa aveva un sogno: aprire una banca e aiutare le persone. Poi è arrivato il progetto Venice, la società che prometteva rendimenti del 10% anche nel giro di una settimana attirando migliaia di risparmiatori veneti e friulani. Nel giro di due anni l’intricata rete di società slovene, croate e inglesi usate da Gaiatto si è inghiottita non solo i suoi sogni, ma anche 67 milioni di risparmi. Ieri, su 2.700 vittime conteggiate dalla Guardia di finanza, ad ascoltarlo erano soltanto in tre. Avrebbero voluto avere indicazioni sul recupero dei propri risparmi, visto che il reato di autoriciclaggio ha tramutando in confisca tutti i sequestri e i beni immobili (3,7 milioni) recuperati andranno allo Stato. «Dove sono i soldi e attraverso quali società sono stati veicolati - ha ricordato nella sua arringa l’avvocato Galletti - Gaiatto lo ha già detto, cercateli, indagate». Il trader, accusato di associazione per delinquere finalizzata alla truffa, all’abusivismo finanziario e bancario e autoriciclaggio, sostiene di essere stato truffato da chi gli stava attorno e ha nuovamente chiamato in causa collaboratori e imprenditori che in Croazia lo avevano aiutato a creare il sistema Venice. Sono gli imprenditori Mario e Gabriele Bariggi, Marco Cavalli e la commercialista croata Karim Perusko, che in questa storia appaiono come le vittime delle “estorsioni croate” su cui sta indagando la Dda di Trieste e per le quali Gaiatto è in misura cautelare a Tolmezzo.

I 10 MILIONI «In Croazia mi hanno truffato - ha detto - ho combattuto fino all’ultimo affinchè restituissero i soldi dei miei clienti».
Ha parlato di 10 milioni spariti in sei mesi. «Io non controllavo gli estratti conto perchè passavo il tempo a tranquillizzare i clienti - ha detto - Cercavo di sistemare le cose, non mi negavo a nessuno. A casa mia venivano anche venti persone al giorno. Se volevo truffare non sarei rientrato dai tanti viaggi all’estero, ma sono sempre tornato per sistemare le cose. Questo volevo fare e voglio fare». Si è assunto le sue responsabilità, ma ha puntato il dito contro gli ex collaboratori «rimasti fuori - come precisa il difensore - dal processo, ma è solo il primo tempo di una vicenda più ampia». Ieri Galletti ha fatto una difesa molto tecnica puntando a ottenere l’assoluzione dal reato associativo, dall’abusivismo bancario e finanziario (per le condotte dopo l’aprile 2016) e alla riqualificazione giuridica della truffa in appropriazione indebita. Si torna in aula il 3 luglio per le repliche. 
Ultimo aggiornamento: 08:27 © RIPRODUZIONE RISERVATA
Potrebbe interessarti anche
caricamento

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci