Richiedente asilo iscritto all'anagrafe: il segnale mandato da Giordani

Mercoledì 19 Giugno 2019 di Alberto Rodighiero
Richiedente asilo iscritto all'anagrafe: il segnale mandato da Giordani
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PADOVA - La giunta comunale di Padova sfida Matteo Salvini e iscrive all'anagrafe un richiedente asilo. La Lega, però, non ci sta e va all'attacco: «Evidentemente il messaggio che è arrivato dalle Europee è rimasto inascoltato, ora ne paghino le conseguenze». Destinatari dell'avvertimento sono gli esponenti del centrosinistra, guidati dal sindaco Sergio Giordani, che governano il municipio. A Padova, dunque, nonostante il decreto Sicurezza ne faccia esplicito divieto, il sindaco Giordani ha deciso di mandare un segnale destinato a fare molto rumore. La città del Santo, infatti, è il primo capoluogo di provincia del Veneto a emulare il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, che aveva firmato di suo pugno l'iscrizione anagrafica di alcuni migranti. Una sfida, quella di Giordani, che viene fatta  tutta in punto di diritto ed evitando di andare al muro contro muro. Tanto è vero che il primo cittadino padovano si riserva anche la possibilità di revocare il provvedimento nel caso in cui dovessero arrivare sentenze che avallino le nuove disposizioni introdotte dal ministero dell'Interno. La decisione di palazzo Moroni riguarda un richiedente asilo con permesso di soggiorno che, lo scorso aprile, si è presentato in municipio chiedendo di essere iscritto all'anagrafe. L'amministrazione padovana, che per approfondire tutti i risvolti del decreto Sicurezza dall'autunno sta collaborando con il Centro di ateneo per i diritti Umani Antonio Papisca, si è presa tutto il tempo necessario fino a lunedì sorso, ultimo giorno utile per dare una risposta all'immigrato. 
IL VIA LIBERAA quel punto a prendere in mano la situazione è stato direttamente Giordani che, forte di due sentenze dei tribunali di Bologna e Firenze, ha dato il via libera al provvedimento. «Per me, che ho sempre dichiarato di voler agire nel rispetto della legge ha spiegato il primo cittadino è impossibile far finta di non vedere che già due giudici ordinari hanno condannato importanti Comuni italiani a procedere immediatamente all'iscrizione anagrafica. La mia scelta non è dettata da elementi ideologici, ma piuttosto dal buon senso e dal mio dovere di tutelare sempre l'ente con suoi collaboratori e dirigenti da condotte stigmatizzabili in sede giudiziaria, nonché da pesanti rischi risarcitori a carico del Comune rispetto alla negazione di un diritto di rango costituzionale». «Buttarla in politica non paga e non m'interessa ha aggiunto ad oggi i fatti giuridici sono sufficientemente chiari e se ne interverranno di nuovi mi adeguerò con gli strumenti che riconosce e prevede il diritto amministrativo. Va detto che, in ogni caso, l'iscrizione anagrafica è uno strumento che innanzitutto tutela la sicurezza dei cittadini e della nostra comunità».
LE REAZIONICauto è il prefetto Renato Franceschelli: «Non ero a conoscenza di questa iniziativa, le disposizioni che abbiamo noi vanno in una direzione diversa. Per questo approfondiremo la questione e invieremo il tutto al ministero dell'Interno, che potrà valutare un'eventuale impugnativa». I leghisti sono invece andati all'attacco frontale. Duro il commento dell'assessore regionale Roberto Marcato: «Qui si rischia di mandare un messaggio pericolosissimo ai cittadini di contrapposizione tra le amministrazioni locali e lo Stato. Giordani e i suoi devono assumersi le lo loro responsabilità. Comprendo il loro disorientamento, ma strizzare l'occhio all'estrema sinistra non porta da nessuna parte». Non meno tenero Andrea Ostellari, presidente della commissione Giustizia al Senato: «Prima dei ragionamenti e dei pareri vengono le leggi. E viene l'obbligo di rispettarle. Peccato che a Padova si facciano scelte diverse e che la nostra città sia la prima in Veneto a disapplicare una norma del decreto Salvini». 
Alberto Rodighiero
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