Associazione per delinquere, assolto Belsito, ex tesoriere della Lega

Martedì 18 Giugno 2019 di Francesco Campi
Associazione per delinquere, assolto Belsito, ex tesoriere della Lega
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L'ex tesoriere della Lega Francesco Belsito, il promoter  titolare della "Polare scarl" di San Donà (Ve) e uomo degli investimenti in Tanzania Stefano Bonet, il procacciatore d'affari  Romolo Girardelli e l'ex manager di Fincantieri Stefano Lombardelli sono stati assolti ieri dal secondo Collegio penale del Tribunale di Genova dall'accusa di associazione per delinquere finalizzata all'appropriazione indebita, al riciclaggio e alla truffa. La Lega, in questo caso, era parte civile, lamentando un danno d'immagine che avrebbe avuto ripercussioni anche sulle percentuali elettorali dell'epoca e chiedendo un risarcimento di 500mila euro per ciascuno degli imputati, così come si era costituito il ministero dell'Interno alla luce del reato associativo contestato.
Si trattava di una costola della più vasta inchiesta sui fondi della Lega condotta dalla Procura di Milano, l'unica per la quale, tuttavia, nell'aprile del 2013, erano state emesse ordinanze di custodia cautelare in carcere, nei confronti dei quattro imputati, con il solo Lombardelli che non era stato arrestato perché in quel momento si trovava all'estero. Nell'ordinanza del giudice per le indagini preliminari Gianfranco Criscione si scriveva che Belsito avrebbe sfruttato le «molteplici e rilevanti entrature' politiche, imprenditoriali e bancarie vantate» per «facilitare il conferimento alle società del gruppo di Bonet di ingenti commesse di ricerca e sviluppo (...) pressoché totalmente fittizie».
L'accusa era quella di aver messo in piedi un comitato d'affari per intercettare le commesse di aziende a partecipazione pubblica fra le quali Fincantieri e Grandi Navi Veloci. Tra i fatti inizialmente contestati anche una truffa ai danni dello Stato per oltre 8 milioni, tra il 2010 e il 2011, per aver tratto in inganno l'erario e consentito a Siram di beneficiare di agevolazioni sotto forma di credito di imposta. Il filone legato alla Siram, come precisato dalla stessa società attiva nel settore dell'energia, «riguardava un'agevolazione fiscale di cui era stata contestata la legittimità. Rispetto a essa, sin dal 2012, Siram ha regolarizzato la propria posizione con l'Agenzia delle Entrate. Inoltre, nel mese di maggio 2018, il Tribunale di Milano, davanti al quale pendeva l'indagine, ha pronunciato sentenza di non doversi procedere in relazione a tutti i capi di imputazione e a tutti gli imputati, compresa Siram».
IL TRASFERIMENTO
Il processo si era poi trasferito trasferito da Milano a Genova su richiesta delle difese, che avevano eccepito l'incompetenza territoriale di quello milanese. Il procuratore aggiunto Vittorio Ranieri Miniati aveva chiesto la condanna a 5 anni per Bonet, a 4 per Belsito e 3 anni e 6 mesi per Girardelli e a 3 anni per Lombardelli. Ieri si sono concluse le arringhe delle difese e, a sorpresa, visto che era già in calendario un'ulteriore udienza per eventuali repliche il 15 luglio, è arrivata la sentenza. Un processo non certo leggero, anche solo dal punto di vista delle carte: 23 faldoni con oltre 20mila pagine, 5mila di intercettazioni.
LA DIFESA
Nonostante l'inattesa rapidità del verdetto, arrivato ieri mattina, l'avvocato del foro di Rovigo Franco Giomo, difensore di Lombardelli e precedentemente anche di Bonet, parla di una «sentenza attentamente ragionata, perché effettivamente tutta l'istruttoria, con oltre quaranta testimoni della Procura ascoltati, non aveva fatto emergere alcuna prova dell'esistenza di un'associazione per delinquere. Al punto che, dopo aver ascoltato i testimoni dell'accusa, ho rinunciato a far ascoltare i miei, politici compresi, perché risultavano superflui».
Francesco Campi
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Ultimo aggiornamento: 11:50 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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