Benzina sulla figlia troppo occidentale. Ma aveva pestato anche la moglie

Lunedì 17 Giugno 2019 di Valeria Lipparini
Benzina sulla figlia troppo occidentale. Ma aveva pestato anche la moglie
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ARCADE - Quel padre padrone, che ha cosparso la figlia di benzina brandendo un accendino senza per fortuna riuscire ad accenderlo, non era nuovo a episodi del genere. Violenze verbali e fisiche contro la figlia 15enne colpevole, a suo dire, di voler vivere come i coetanei. Castigata soltanto perché desiderava indossare abiti all'occidentale, compresi jeans troppo stretti che mettevano in risalto le sue forme di adolescente. Che chiedeva di poter uscire con gli amici, che coltivava il sogno di essere uguale a tutte le compagne di scuola. Un comportamento inaccettabile per il padre, di origine marocchina, ma che vive nella Marca da 22 anni e che tutti descrivono come integrato e con un lavoro stabile in un'azienda della zona. Radicato però nella convinzione che i valori della tradizione vanno rispettati. Tanto da trasformarsi in un aguzzino.
 
Il raptus della tanica di benzina sarebbe solo l'ultimo di una serie di episodi che fanno rabbrividire. Perchè il contrasto che si respirava all'interno di quelle quattro mura era all'ordine del giorno. Uno stillicidio di rabbia e violenza che non aveva soltanto la figlia come bersaglio. Pure la moglie veniva presa di mira, donna peraltro dedita alla casa e non certo troppo occidentalizzata che aveva come occupazione principale quella di allevare i tre figli ancora minorenni.
Ai rimproveri, aspri e brutali, spesso seguivano atti violenti, nei confronti delle due donne di casa: la moglie e la figlia 15enne. Ed è proprio questo che sta accertando la polizia che conduce le indagini.
Intanto, la benzina che il padre ha gettato addosso alla figlia, minacciando di darle fuoco, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. La donna, con i figli, si è rivolta al Consultorio di Villorba, spiegando il clima di terrore in cui vivevano. E gli operatori hanno capito che la situazione era grave e che bisognava agire in fretta. È partita la denuncia per maltrattamenti nei confronti del capo famiglia e la Procura ha aperto un'indagine chiedendo, nel contempo, al sindaco di Arcade Domenico Presti di trovare una sistemazione in una casa protetta per la madre e i suoi tre figli minori.
IL COMUNE«Due settimane fa la madre e i suoi figli sono stati sistemati in un alloggio protetto. C'eravamo io e i vigli urbani quando la donna è uscita di casa con i minori. Ora sono tutti e quattro al sicuro e non rientreranno a casa loro finchè la Procura non darà il via libera» dice Presti. Nel frattempo il padre si trova in carcere con l'accusa di maltrattamenti: è stato arrestato a inizio della settimana scorsa e l'arresto è già stato convalidato. 
LE MISURE«La famiglia sarà seguita dai servizi sociali comunali - assicura Presti - non abbandoneremo di sicuro quella gente che vive ad Arcade da moltissimi anni ed è ben integrata. Sicuramente il padre deve capire che le abitudini in Italia sono diverse rispettro a quelle che ha appreso quando lui era bambino, in Marocco». E aggiunge: «Mi riferisco soprattutto agli adolescenti che ricevono mille sollecitazioni e vogliono essere accettati dal gruppo di coetanei. Un'accettazione che passa anche attraverso gli abiti. Ma voglio sperare che la situazione sia ampiamente recuperabile».
A gettare benzina sul fuoco ci pensa Lorenzo Damiano, leader dei Pescatori di Pace, già candidato alle Europee con il movimento di Forza Nuova. «È un episodio razzista -sostiene - una ragazza ha rischiato la vita per la sua voglia di integrarsi. L'Islam non è un religione innocua e bisogna contenere l'immigrazione selvaggia ».
Valeria Lipparini

Ultimo aggiornamento: 09:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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