Il lunedì nero del Fisco: dal Nordest 7,5 miliardi /Le scadenze

Lunedì 17 Giugno 2019 di Alvise Fontanella
Il lunedì nero del Fisco: dal Nordest 7,5 miliardi /Le scadenze
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Non cade di venerdì questo 17 giugno, ma è comunque nero. Scade oggi, 17 giugno, il termine per il versamento della prima rata Imu e Tasi, la tassa patrimoniale all'italiana, che grava sui proprietari di seconde case e prime case di lusso, e che si aggiunge alle mille altre tasse sugli immobili. Entro oggi, più di dieci miliardi di euro escono dalle tasche delle famiglie per entrare nelle casse dei Comuni, in sostituzione delle somme che da anni ormai lo Stato non ci mette più. Ma anche per le imprese, non solo per le famiglie, oggi è lunedì nero. Scade infatti il termine ultimo entro il quale imprese, artigiani e lavoratori autonomi devono pagare le ritenute Irpef e l'Iva. Complessivamente l'esborso di cittadini e imprese a favore dello Stato e dei Comuni, secondo la Cgia di Mestre, ammonterà entro stasera alla monumentale cifra di 32,6 miliardi di euro, di cui un po' più di due terzi va allo Stato e un po' meno di un terzo ai Comuni.
IL NORDEST E GLI ALTRIQuesta somma favolosa uscirà, per oltre il 23%, dalle tasche dei residenti nel Nordest, (inteso come circoscrizione comprendente Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trentino, Alto Adige ed Emilia Romagna), che pagheranno complessivamente circa 7,5 miliardi di euro. Lo calcola sempre la Cgia di Mestre: il Veneto pagherà da solo oltre 3 miliardi, l'Emilia Romagna 2,9 miliardi, il Trentino-Alto Adige 900 milioni di euro e il Friuli Venezia Giulia circa 700 milioni di euro. L'esborso del Nordest è il più alto d'Italia dopo quello del Nordovest (Lombardia, Piemonte, Liguria e Val d'Aosta) che pagherà 10,7 miliardi di euro, il 32,8% del gettito totale. Calcolato tutto insieme, sul Nord Italia (circoscrizioni Nordest e Nordovest) grava il 55,8% dell'esborso fiscale di oggi. Le altre tre ripartizioni geografiche d'Italia (Centro, Sud e Isole) messe insieme, pagano il 44,2%: poco più di 14 miliardi di euro.
IL CREDIT CRUNCHPer nessuno, comunque, è un esborso indolore: «Non saranno pochi - osserva Paolo Zabeo, coordinatore dell'Ufficio studi della Cgia di Mestre - gli imprenditori che avranno difficoltà a recuperare le risorse economiche per onorare questo importante impegno fiscale. Oltre alla congiuntura che rimane difficile, le banche, purtroppo, continuano a erogare il credito con il contagocce. E sebbene i crediti deteriorati siano tornati ai livelli pre-crisi, nel 2018 gli impieghi vivi alle imprese venete, ovvero quelli erogati dagli istituti di credito al netto delle sofferenze, sono diminuiti di 549 milioni di euro rispetto all'anno precedente». E non basta: «In attesa della tanto agognata autonomia - afferma il segretario Cgia Mestre, Renato Mason avremmo bisogno di una tassazione inferiore e di un sistema fiscale più semplice. Invece, corriamo il rischio che, dal prossimo anno, l'Iva torni ad aumentare, con effetti molto negativi soprattutto per i piccoli imprenditori. Questi ultimi, infatti, vivono quasi esclusivamente di consumi interni. Se l'Iva dovesse aumentare, la spesa delle famiglie sarebbe destinata a scendere, penalizzando in misura molto significativa i fatturati di tantissimi artigiani, piccoli commercianti e lavoratori autonomi». Un'avvisaglia di quello che ci aspetta l'abbiamo già avuta: l'ultima Finanziaria, zitti zitti, ci ha fatto un regalino: ha tolto il blocco delle aliquote Imu-Tasi, introdotto nel 2016, lasciando quindi i Comuni liberi di modificare le aliquote, in aumento o in riduzione. E molti Comuni hanno prontamente deliberato un aumento: tra i nostri capoluoghi, lo ha fatto Pordenone.
Alvise Fontanella
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