Schianto mortale. ​«Ho sbagliato, ma io non sono un mostro»

Domenica 16 Giugno 2019 di Valentina Dal Zilio
Christian Barzan
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TREVISO - «Ho sbagliato, ma non sono il mostro che tutti descrivono. Quella sera non ho violentato Giorgia, e soprattutto non volevo uccidere nessuno... Mi creda, avvocato... Le dico questo perché ci vuole coraggio per scegliere di morire, ce ne vuole davvero molto, e io tutto quel coraggio non ce l'ho, e non l'ho mai avuto».

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Ospedale Ca' Foncello, secondo piano. Christian Barzan incontra l'avvocato Fabio Crea. Lo ha appena nominato legale di fiducia. Il 21enne di Quinto, studente in economia, è in stato d'arresto, e se non fosse ferito sarebbe in carcere. 
 
LE ACCUSESu di lui pendono accuse gravissime. I magistrati gli contestano di aver minacciato, offeso e pedinato l'ex fidanzata; di averla costretta a subire un rapporto sessuale che lei non voleva e di aver poi tentato di ucciderla. Provocando l'incidente stradale in cui lui è rimasto ferito e che è costato la vita a una donna, Giuseppina Lo Bruto, vittima per un caso assurdo. I magistrati hanno pochi dubbi: lo scontro di Povegliano è stato voluto da Barzan, incapace di rassegnarsi alla fine di una relazione cominciata con la ragazza che aveva frequentato per sei anni. E quando la sua Mito ha impattato la Yaris di Giuseppina, il giovane voleva attuare quanto aveva minacciato: uccidere e uccidersi. Per questo lo accusano di omicidio, tentato omicidio, stalking e violenza sessuale. «No avvocato, non ho cercato la morte, non ho cercato la morte ripete Christian al suo legale - Ho sbagliato, e mai mi perdonerò del dolore che ho provocato. Ma non sono un mostro... Un conto è dire certe cose, un conto è poi farle. Ci vuole quel coraggio che non ho».
L'INCIDENTEIl gip Angelo Mascolo nel provvedimento restrittivo a carico di Christian Barzan ricostruisce quanto accade dopo che l'auto con a bordo i due giovani lascia il parcheggio di Santandrà. Sono le 23.47, novanta secondi prima dello schianto, come provano le riprese delle telecamere del parcheggio. L'auto - scrive il gip - finalmente si metteva in moto e poco dopo il Barzan, preso ancora una volta atto dell'intenzione della ragazza di non riprendere il rapporto, dando della p.... alla ex, la colpiva al viso con un braccio facendola sanguinare. Subito dopo, vedendola e sentendola piangere la guardava e diceva: oh Dio cosa ho fatto! Cosa ho fatto! E nello stesso momento la sterzata verso la vettura che sopraggiungeva. Per gli inquirenti un gesto volontario per finire contro l'auto guidata dalla Lo Brutto e uccidere la ex. Ma il 22enne ripete al suo avvocato che non è vero. «Non sono un mostro - ripete - sono un ragazzo di 21 anni che ha sbagliato e che non si perdonerà mai per il dolore causato. Mi sono comportato da stupido ma quella sterzata e' stata accidentale. Avvocato, mi creda! Non volevo uccidermi, non volevo uccidere».
DAVANTI AL GIPChristian Barzan racconterà la sua verità al giudice di Treviso domani mattina quando sarà interrogato e dovrà ricostruire la fine violenta della sua tormentata storia d'amore. E soprattutto quei terribili novanta secondi tra il parcheggio di Santandrà dove si sarebbe consumato l'abuso sessuale e il rettilineo con la sbandata costata la vita a una donna colpevole unicamente di trovarsi al posto sbagliato nel momento sbagliato. 
Valentina Dal Zilio

Ultimo aggiornamento: 13:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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