Grandi Navi, Toninelli: referendum per scegliere tra Lido e Chioggia, «Marghera soluzione inaccettabile»

Sabato 15 Giugno 2019 di Alda Vanzan
Grandi Navi, Toninelli: referendum per scegliere tra Lido e Chioggia, «Marghera soluzione inaccettabile»
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VENEZIA - Alla fine decideranno i veneziani. Se il nuovo terminal crocieristico sarà al Lido San Nicolò o a Chioggia, sempre che non salti fuori un'altra ipotesi, metti mai il Venice Cruise di Duferco-De Piccoli, lo diranno i cittadini attraverso un referendum. Che verrà indetto non si sa se dal Governo o dal Comune (e qualcuno ha ironizzato: e se fosse con la piattaforma Rousseau?), ma una consultazione ci sarà. Lo ha annunciato ieri il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli (M5s), al termine di un sopralluogo in laguna, prima in elicottero e poi in barca. Il ministro è stato cauto sulla soluzione finale: «Tra Lido e Chioggia non posso esprimermi perché interessa non solo il mio ministero, ma anche i ministeri dell'Ambiente e dei Beni culturali». E anche su quella temporanea, cioè dove spostare le navi in attesa del nuovo terminal volendo toglierle dal bacino di San Marco, e annunciando che comunque ci vorrà tempo: «Stiamo lavorando a una soluzione alternativa, ma anche quella temporanea non la si fa dall'oggi al domani». Una certezza l'ha data: Marghera è fuori discussione.

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L'ipotesi concordata nell'ultimo Comitatone del novembre 2017 e tuttora caldeggiata dal sindaco Luigi Brugnaro e dal presidente della Regione del Veneto Luca Zaia, ha l'assoluta contrarietà del ministro: «Politicamente - ha detto Toninelli - non posso accettare il rischio che una nave con a bordo cinque, sei, settemila persone, in caso di avaria vada a scontrarsi non contro una banchina, come avvenuto il 2 giugno, ma magari contro una petroliera attraccata lì vicino, magari contro una raffineria».

Curiosamente, mentre Toninelli ribadiva il no a Marghera e tutte le sue perplessità sull'escavo del canale Vittorio Emanuele Terzo, a pochi chilometri di distanza, in quel del Lido, un altro ministro dello stesso Governo giallo-verde, Gian Marco Centinaio (Lega), diceva l'esatto contrario: «Sposo assolutamente il progetto Vittorio Emanuele III: è la proposta che avevamo fatto anche noi». NIENTE POLITICI Dodici giorni dopo l'avarìa della nave Msc Opera, andata a sbattere contro la motonave fluviale River Countess nel calane della Giudecca, a San Basilio, il ministro Toninelli ha voluto dunque vedere di persona le ipotesi in campo. L'ha fatto con un tour ristrettissimo. Snobbati gli amministratori locali, il titolare delle Infrastrutture e dei Trasporti ha voluto accanto a sé solo il direttore marittimo del Veneto, contrammiraglio Piero Pellizzari, il presidente dell'Autorità di sistema portuale Pino Musolino, il provveditore interregionale alle Opere pubbliche Roberto Linetti, l'ingegner Andrea Ferrante del Consiglio superiore dei lavori pubblici. In tutto oltre quattro ore di sopralluogo: l'arrivo all'aeroporto Marco Polo a Tessera dove si è tenuta una prima riunione informativa, mostrando sulle mappe quale sarebbe stato il tour. Poi il giro in elicottero fino a Chioggia. Infine a bordo della motovedetta della Guardia costiera a vedere il canale dei Petroli, il canale Vittorio Emanuele III, il bacino di evoluzione, gli accosti a Marghera. Ultima tappa alle Zattere: 8 minuti a rispondere alle domande dei cronisti, poi negli uffici della Capitaneria a rivedere le carte. COME SEVESO A cosa è servito il sopralluogo a Venezia? Sicuramente a mettere una pietra tombale sull'ipotesi di costruire un nuovo terminal crociere a Marghera: «Quella è una zona a rischio Seveso, un'ex zona industriale che deve essere bonificata. Ci vorrebbero comunque anni e anni per bonificare». Poi ci sono i no tecnici riferiti dal ministro: «Arrivando dal Canale dei Petroli, per una grande nave da crociera ci sarebbero delle criticità a fare il bacino di evoluzione, cioè una curvatura per attraccare alla banchina di Marghera. Criticità che riguardano la sicurezza». Oltre al no a Marghera, c'è una montagna di dubbi, per usare un eufemismo, sull'escavo del Vittorio Emanuele: adesso ha un pescaggio di circa 7 metri, andrebbe portato a 12. «Dragaggi di qualsiasi tipo necessitano del protocollo fanghi. Che non esiste. È quasi pronto, abbiamo ricevuto un parere dell'Avvocatura dello Stato. Senza la caratterizzazione non possiamo sapere se i fanghi da scavare sono velenosi o no». Chioggia è messa meglio: ci sono più fanghi da tirare su (5-6 tonnellate di metri cubi rispetto all'1,5 del Vittorio Emanuele), ma, dice Toninelli, sono «fanghi buoni»: «Una verifica è stata fatta dieci anni, da allora non sono sorte nuove zone industriali». Quindi Lido San Nicolò o Chioggia? Toninelli è stato cauto: bisogna sentire anche gli altri ministeri. Idem sulla tempistica. Dunque, per ora grandi navi ancora in Bacino di san Marco con tre rimorchiatori anziché due e cavi di traino più grossi. Sperando che, nell'incertezza, a spezzarsi non sia la pazienza degli armatori. Perché il rischio è che le navi bianche se ne vadano a Trieste. Il ministro dice di no: «Vogliamo rilanciare le crociere a Venezia e aumentare il numero di passeggeri. Ma in sicurezza». Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA

Ultimo aggiornamento: 17:34 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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