Tassa d'ingresso. Centinaio: «Così entrare a Venezia costa più caro che a Disneyland»

Sabato 15 Giugno 2019
Tassa d'ingresso. Centinaio: «Così entrare a Venezia costa più caro che a Disneyland»
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VENEZIA - Al Lido per presentare il progetto di riqualificazione dell'ex Ospedale a Mare, destinato a diventare un hotel di lusso (gestito da Th Resort, Club Med con annesso presidio sanitario e la prima Academy italiana dell'hotellerie) Gian Marco Centinaio, ministro di Turismo e Agricoltura - in quota Lega - della compagine gialloverde guidata da Giuseppe Conte e dai dioscuri Luigi Di Maio e Matteo Salvini, qualche sassolino dalla scarpa se l'è tolto. E al di là delle formalità, stuzzicato, è tornato a gamba tesa sul contributo d'accesso a Venezia pronto a entrare in servizio dal primo settembre. Varato, a onor di cronaca, dallo stesso governo a trazione Lega-Cinque Stelle, il contributo era stato criticato via Twitter da Centinaio solo pochi giorni dopo l'approvazione.
 

Era gennaio, ma col passare dei mesi la situazione non sembra essere cambiata. Anzi, presa penna e taccuino, Centinaio snocciola le ragioni economiche del suo niet.

«Io sono contrario al contributo d'accesso a Venezia perché nei giorni in cui ci sarà il bollino rosso costerà 6 euro entrare a Venezia (dai piani del Comune, sono 8, ndr). Ci si aggiungano i 14 euro di vaporetto tra andata e ritorno (sono 15 in realtà: 7.50 euro a tratta, ndr), insomma io senza avere bevuto un bicchiere d'acqua per venire in Piazza San Marco dovrò spendere 20 euro. A queste condizioni - è sbottato il ministro del Turismo - mio figlio lo porto a Gardaland, visto e considerato che una famiglia di quattro persone, solamente per arrivare in Piazza San Marco, dovrà spendere 80 euro».
Secondo Centinaio c'erano altre strade per gestire i flussi turistici, che però non sono state battute. «Sono sempre dell'idea che limitare l'accesso alle persone a un'area importante e a un sito turistico come quello di Venezia, sia fare del male al turismo in Italia - ha continuato - Venezia vuole mettere la tassa di ingresso, in Sardegna c'è qualche folle che dice che vuole mettere la tassa di sbarco, le Cinque Terre la tassa d'ingresso, in altre zone della Sardegna stanno chiedendo un'ulteriore tassa di ingresso, io mi chiedo: dov'è che devo portare la gente, a Cinisello Balsamo o a Rozzano?»
«MAI PRESO IN CONSIDERAZIONE»
La domanda, però, sorge spontanea: essendo stato il Governo a dare il via libera al Comune di Venezia per istituire il contributo d'accesso, come mai queste critiche? «Sì - è la bomba sganciata da Centinaio - c'è l'ok di un Governo che come al solito ha fatto senza chiedere niente al ministro del Turismo: io avrei detto assolutamente no. Penso che sia una cosa che non serve al turismo e a Venezia, sembra l'ulteriore tassa che si chiede ai turisti. Oggi come oggi nel nostro paese ci troviamo con la tassa di sbarco nelle piccole isole, la tassa di soggiorno nei vari comuni italiani, adesso abbiamo la tassa d'ingresso a Venezia e la domanda che faccio a tutti gli italiani è: ditemi voi dove devo portare i turisti». Centinaio, insomma, si sente tra incudine e martello: «L'Italia mi chiede di portare turisti e le amministrazioni pubbliche sembrano turisti-repellenti perché qualsiasi cosa che fanno, li tassano. Prima o poi i turisti si stuferanno e andranno dall'altra parte del mondo, ma quel punto non sarà colpa di Centinaio».
CROCIERE
Con il ministro Centinaio al Lido, impossibile non affrontare la questione delle grandi navi in laguna. Soprattutto nel giorno della calata del collega alle Infrastrutture Danilo Toninelli a Venezia. «Noi avevamo visto la proposta del Comitatone (grandi navi alla Marittima attraverso il canale Vittorio Emanuele III, ndr) ma il ministro Toninelli non lo vedo tanto d'accordo - è stata la risposta - Aspettiamo la sua proposta per dire se siamo d'accordo o meno. L'idea che ho è quella che non possiamo però pensare di far sbarcare i turisti troppo lontano. Sappiamo tutti benissimo che l'accesso all'Adriatico da parte delle navi da crociera c'è perché si va a Venezia. Se noi dovessimo togliere Venezia dalla destinazione delle navi da crociera, vorrebbe dire togliere la destinazione Adriatico» ha chiosato Centinaio, ammettendo di stare dalla parte del Governatore Luca Zaia e del sindaco Luigi Brugnaro. Quindi nello spettro di luce opposto a quello di Toninelli.
«Se così fosse, mi piacerebbe capire dal mio amico Zaia cosa ne pensa se non dovessero più sbarcare i crocieristi in Veneto». Per la risposta, annunciata entro giugno, è solo questione di tempo.
Nicola Munaro
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Ultimo aggiornamento: 16 Giugno, 12:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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