L'ex dentista Vazzoler sbotta in aula: «Il processo non finisce più, ora basta»

Giovedì 13 Giugno 2019 di Marco Aldighieri
L'ex dentista Vazzoler sbotta in aula: «Il processo non finisce più, ora basta»
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«Basta, sono agli arresti da un anno e un mese, e ho bisogno di difendermi». Così ha sbottato ieri in aula, davanti al presidente del Tribunale collegiale Nicoletta De Nardus, l'ex dentista Alberto Vazzoler. Il finanziere di 52 anni, agli arresti domiciliari a San Donà di Piave (Ve) è alla sbarra per associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio del denaro sporco. A mandarlo su tutte le furie la volontà del pm D'Angelo, titolare delle indagini, di ripercorrere insieme al tenente colonnello Vittorio Palmese della Guardia di Finanza, altri due faldoni di mail e intercettazioni riguardanti la presunta attività illecita del 52enne. A richiamarlo all'ordine ci ha pensato la presidente del Tribunale con un perentorio: «Non stiamo giocando, stiamo celebrando un processo». Intanto la compagna di Vazzoler, la trevigiana Silvia Moro l'unica ancora indagata, attraverso il suo legale ha ottenuto su sentenza della Procura generale di Roma di essere eventualmente processata a Venezia e non a Padova. A questo punto anche il processo all'ex dentista potrebbe essere trasferito in laguna.
Alberto Vazzoler, appena il giudice De Nardus ha ordinato una pausa dell'udienza per poi riprendere dopo pranzo con l'analisi di altri due faldoni, si è alzato dal banco e dirigendosi verso l'uscita ha detto: «Sono agli arresti da un anno e un mese, e ho bisogno di difendermi». Immediato l'intervento del presidente del Tribunale: «Non stiamo giocando, stiamo celebrando un processo». È intervenuto anche il magistrato, che ha invitato Vazzoler a tornare sul banco e a parlare al microfono davanti alla giuria. E il finanziere così ha fatto: «Credevo fosse arrivato il mio turno per iniziare la mia difesa, invece i tempi si allungano e non riusciremo a chiudere prima dell'estate. Non pensavo dovessero essere di nuovo snocciolati altri due faldoni, quando noi eravamo pronti per difenderci». Alla fine l'ex dentista si è scusato con la giuria: «Chiedo scusa se il mio comportamento è stato maleducato».
Intanto Silvia Moro sarà eventualmente processata a Venezia. Motivo: la mail incriminata dell'8 marzo  2017, quella da cui è scattata tutta l'inchiesta, è stata confezionata e spedita da Jesolo. Ed è questo, ancora per la Procura generale, il luogo in cui il reato si è consumato. Quindi la Procura generale ha spedito gli atti alla Procura di Venezia a cui compete procedere. «Se abbiamo commesso un reato - ha dichiarato Silvia Moro - lo abbiamo commesso a Jesolo, quindi a Venezia e non a Padova. Io ho vissuto dodici anni con Alberto a Jesolo e siamo stati arrestati a Jesolo».
 

Ultimo aggiornamento: 11:14 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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