Mazzette in autostrada, Lino Brentan ottiene lo sconto di pena

Giovedì 13 Giugno 2019 di Gianluca Amadori
Mazzette in autostrada, Lino Brentan ottiene lo sconto di pena
14
Tre anni e 4 mesi di reclusione: è la pena complessiva inflitta a Lino Brentan per le due vicende di corruzione e concussione per induzione nelle quali rimase coinvolto tra il 2015 e il 2016. Lo ha stabilito la II sezione penale della Corte d'appello di Venezia, presieduta da Carlo Citterio, la quale ha concesso all'imputato uno sconto di circa due anni di reclusione sull'ammontare delle due singole condanne, riducendo anche la pena accessoria dell'interdizione dei pubblici uffici, quantificata in 2 anni e 8 mesi. In tutto Brentan dovrà scontare ancora circa due anni: il rimanente lo ha già scontato in custodia cautelare durante le indagini. La sentenza, emessa nel tardo pomeriggio di ieri, ha calcolato la pena conclusiva mettendo in continuazione i fatti di questo secondo processo - nato da una costola dell'inchiesta per lo scandalo Mose - con quelli relativi ad un primo procedimento, la cui sentenza è diventata definitiva pochi mesi fa con la pronuncia della Cassazione, a seguito della quale l'ex amministratore delegato della società autostradale Venezia-Padova è finito in carcere in esecuzione pena, sulla base della nuova norma definita Spazzacorrotti, senza poter attendere l'eventuale richiesta di affidamento in prova, come un tempo accadeva.
GIÀ IN CARCERE - Brentan, dunque, è in carcere dallo scorso 28 marzo, nonostante i 71 anni di età, requisito in base al quale in precedenza sarebbe stato sicuro di finire al massimo agli arresti domiciliari. I suoi difensori, Giovanni Molin e Stefano Mirate hanno presentato ricorso per ottenere la sospensione dell'esecuzione di quella pena, ma non hanno ancora ottenuto risposta. Nel frattempo è approdata in secondo grado la condanna a tre anni di reclusione emessa nel 2015 dal gup Odoardo Comez per il reato di concussione per induzione, per aver costretto Piergiorgio Baita, della Mantovani spa, a rinunciare ad un appalto per lavori di mitigazione della terza corsia autostradale; interventi che Brentan voleva assegnare a Sacaim, «impresa di riferimento» della sinistra veneziana. Contestualmente a Baita furono promessi gli stessi lavori in subappalto e, successivamente, l'amministratore della Venezia-Padova pretese il versamento di 65mila euro dalla Fip, società a cui il gruppo Mantovani delegò di gestire quel subappalto. Al processo Brentan ha sempre negato sia la concussione, sia di aver fatto da collettore per il Pd, ammettendo soltanto di avere ricevuto 12mila euro dall'amministratore della Fip in occasione di una campagna elettorale, ma i giudici hanno ritenuto provato il reato, e la condanna è stata ieri confermata.
SOLDI IN CAMBIO DI APPALTI La prima sentenza, per la quale ha iniziato a scontare la pena in carcere, riguarda episodi di corruzione avvenuti tra il 2004 e il 2010, periodo in cui favorì alcune imprese, assegnando appalti e consulenze con la società Autostrade in cambio di somme di denaro, calcolate in percentuale (tra il 5% e il 10%) sull'importo dei lavori e delle consulenze affidate.
Sotto accusa finirono i 100mila euro versati da Luigi Rizzo, amministratore delle società Rizzo e Sound Service, per una serie di consulenze in materia di analisi e contrasto dell'inquinamento atmosferico; i 60 mila euro ricevuti da Rino Spolador, amministratore della ditta RG Impianti per una serie di appalti per opere di manutenzione; i 15 mila euro ricevuti da Remo Pavan, amministratore della Tecnoconsult Service, in relazione ad appalti e subappalti; i 60 mila ricevuti in cambio di appalti da Silvano Benetazzo, amministratore delegato della Fratelli Benetazzo e Group.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci