Mancata precedenza a un pedone sulle strisce: tassista a processo

Mercoledì 12 Giugno 2019 di Gianluca Amadori
Mancata precedenza a un pedone sulle strisce: tassista a processo
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VENEZIA - Non fermarsi con l’auto in prossimità delle strisce per far attraversare i pedoni può costare una denuncia penale e un processo. Ne sa qualcosa un taxista di Mestre, Fabio Vincenzi, 59 anni, il quale è stato citato a giudizio di fronte al Tribunale, in composizione monocratica, per rispondere del reato di violenza privata, oltre a quello di minacce, quest’ultimo contestato in relazione alle parole successivamente pronunciate nei confronti della parte offesa, ritenute intimidatorie. Il processo si aprirà il prossimo 7 novembre. ATO
L’episodio finito sotto accusa risale all’estate di cinque anni fa: in piazzale Roma, una bambina, all’epoca tredicenne, che si trova in compagnia del padre, si appresta ad attraversare sulle strisce pedonali ed è costretta ad arrestarsi improvvisamente e ad arretrare per evitare di essere investita da un taxi, che si sta recando a far scendere alcuni clienti. Il padre della bambina, noto avvocato veneziano, “insegue” la vettura e protesta per la pericolosa manovra effettuata dal conducente: è a questo punto che il taxista, stando al capo d’imputazione, avrebbe intimato al legale di stare fermo lì che, non appena disimpegnatosi dai propri clienti «sarebbe tornato a sistemare la cosa», accompagnando la frase con un gesto del braccio teso, minacciando in questo modo di passare alle vie di fatto.
A firmare il decreto a citazione diretta a giudizio del taxista è stata il sostituto procuratore Daniela Moroni, la quale ha definito un fascicolo aperto dalla collega Patrizia Ciccarese, da qualche mese passata all’Antimafia. L’imputato è difeso dall’avvocato Francesco Schioppa, il quale annuncia battaglia in aula per dimostrare l’insussistenza dei reati contestati.
RECLUSIONE FINO A 4 ANNI
Il reato di violenza privata punisce con la reclusione fino a quattro anni «chiunque, con violenza o minaccia, costringe altri a fare, tollerare od omettere qualche cosa». Si tratta di una fattispecie dolosa, seppure un dolo generico, e dunque presuppone la coscienza e la volontà di costringere un’altra persona a fare o non fare qualcosa. Nel caso specifico viene contestato in violazione dell’articolo 191 del Codice della strada, che fa obbligo agli automobilisti «di fermarsi quando i pedoni transitano sugli attraversamenti pedonali», nonché di «dare la precedenza, rallentando e all’occorrenza fermandosi, ai pedoni che si accingono ad attraversare sui medesimi attraversamenti pedonali». Norma non troppo conosciuta, almeno stando a quanto accade normalmente lungo le nostre strade, dove è estremamente raro trovare un conducente che si ferma per far attraversare un pedone. Chi contravviene all’obbligo ora sa che, oltre alla multa, rischia fino a quattro anni di reclusione. O almeno il processo.
Gianluca Amadori
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Ultimo aggiornamento: 08:23 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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