Partite Iva, a rischio accertamento 1,5 milioni di lavoratori autonomi

Lunedì 10 Giugno 2019 di Francesco Bisozzi
Pagelle fiscali, rischio verifica per 1,5 milioni di lavoratori autonomi
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La buona notizia è che il software per la compilazione delle pagelle fiscali per le partite Iva è finalmente pronto. Quella cattiva è che stando alle stime elaborate dal Sose, la Società per gli studi di settore, un milione e mezzo di lavoratori autonomi non otterrà la sufficienza. Ma come funzioneranno le nuove pagelle del fisco? Con i nuovi Isa, gli indici sintetici di affidabilità fiscale che quest’anno prendono il posto degli studi di settore, verrà dato a ciascun contribuente un voto da 1 a 10. Al contrario di come funziona a scuola, per essere promossi sarà necessario però ottenere almeno un 7.

LE VALUTAZIONI
Gli Isa prevedono poi uno speciale regime premiale per accedere al quale è necessario conseguire tuttavia un punteggio pari o superiore a 8: in questo caso si ha diritto a una serie di vantaggi burocratici. Chi invece riceverà un voto basso, pari o inferiore a 6, oltre a non aver diritto ad alcun beneficio potrà subire controlli mirati da parte dell’Agenzie delle Entrate in quanto non risulterà affidabile sul piano fiscale. A fronte del ritardo con cui è stato diffuso il software per la compilazione delle pagelle, il ministro dell’Economia Giovanni Tria ha firmato la proroga di 20 giorni per i versamenti relativi agli indici sintetici di affidabilità. La scadenza è stata rinviata a lunedì 22 luglio. Tra professionisti e imprese, sono in tutto 3,5 milioni le partite Iva (su 5,3 milioni) che quest’estate dovranno fare i conti con il nuovo strumento. Gli Isa valuteranno l’affidabilità di ciascun contribuente per l’anno d’imposta 2018 anche sulla base dei dati finanziari dei sette anni precedenti.

Stando alle stime che il Sose ha comunicato ai tecnici del centro studi del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, il 40 per cento dei contribuenti coinvolti dalla rivoluzione fiscale non otterrà la sufficienza: fanno circa un milione e mezzo di partite Iva. Il 30 per cento (un milione di soggetti) dovrà accontentarsi di un voto pari a sette: considerato che per avere accesso ai vantaggi premiali previsti dagli Isa è necessario conseguire almeno un otto, oltre la metà delle partite Iva coinvolte (circa 2 milioni e mezzo) non godrà dunque di alcuna agevolazione quest’anno. Sempre secondo i dati in possesso dei commercialisti, il 10 per cento dei soggetti valutati riceverà un voto pari a 8, mentre al restante 20 per cento verrà dato un punteggio compreso tra 9 e 10. Tra i vantaggi previsti per chi raggiunge un punteggio pari a 8 vi è per esempio l’esonero dall’apposizione del visto di conformità per la compensazione dei crediti fino a 50mila euro maturati sulla dichiarazione annuale relativa al periodo di imposta 2019. I contribuenti che arriveranno all’8,5 godranno di ulteriori benefici: saranno esclusi dagli accertamenti basati sulle presunzioni semplici. Quelli con livelli di affidabilità pari o superiori a 9 saranno anche esclusi dall’applicazione della disciplina delle società non operative. 

IL PERCORSO
È stato un provvedimento dell’Agenzia delle Entrate del 10 maggio scorso a stabilire che non sarà sufficiente ottenere un punteggio sintetico di affidabilità fiscale pari a 6 per essere promossi: i contribuenti con un voto basso rischieranno di essere inseriti in apposite liste selettive per futuri controlli fiscali dell’Agenzia delle Entrate. I nuovi Isa avrebbero dovuto trovare la loro prima applicazione già lo scorso anno. I ritardi nella messa a disposizione degli strumenti necessari all’applicazione degli indici sintetici di affidabilità fiscale hanno convinto nei giorni scorsi il ministro Tria a firmare la proroga per i versamenti relativi agli Isa, programmati in principio per il primo luglio. «Fa piacere non sia arrivata per l’ennesima volta una proroga all’ultimo minuto, ma si tratta pur sempre di un cerotto. Ora siamo ansiosi di capire come potranno essere prelevati su delega dell’assistito i dati storici elaborati dall’amministrazione finanziaria senza i quali non sarà possibile valutare il grado di affidabilità fiscale dei 3,5 milioni di contribuenti coinvolti», spiega Maurizio Postal consigliere nazionale dei commercialisti con delega alla fiscalità. 
 
Ultimo aggiornamento: 13:21 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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