Nuovo caso di meningite da pneumococco: paziente di 33 anni gravissimo

Venerdì 7 Giugno 2019 di Alberto Comisso
Nuovo caso di meningite da pneumococco: paziente di 33 anni gravissimo
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PORDENONE - Un giovane di 33 anni residente in un comune dello spilimberghese si trova ricoverato in gravissime condizioni nel reparto di Terapia intensiva dell'ospedale Santa Maria degli Angeli, dopo aver contratto la meningite da pneumococco. L'uomo si era presentato mercoledì mattina al pronto soccorso con febbre alta, forte mal di testa e senso di disorientamento. A seguito al peggioramento delle sue condizioni di salute, era stato prontamente trasferito nel reparto di Terapia intensiva dov'era stato sottoposto a puntura lombare per accertare se in atto ci fosse o meno un'infezione. Il fatto che il liquido prelevato fosse torbido, aveva già dato indicazioni circa la possibilità che il 33enne avesse contratto la meningite. Le successive analisi effettuate dal reparto di Microbiologia hanno permesso di identificare il dna del batterio dello pneumococco.
LE CONDIZIONILe condizioni del paziente sono moto gravi. L'uomo, affetto da un'alterazione alle ossa nasali conseguentemente ad un incidente stradale, già un anno e mezzo fa aveva contratto la meningite ed era guarito. Soltanto oggi, dal momento che sono necessarie le prime 48 ore dall'inizio della terapia antibiotica al quale è stato subito sottoposto per delineare meglio il quadro della situazione, i medici potranno eventualmente valutare con maggior sicurezza le condizioni. La meningite da pneumococco non è contagiosa, pertanto non ci sono rischi che possa essere trasmessa né ai familiari dell'uomo né agli operatori sanitari. Proprio per questo non è stata fatta la profilassi antibiotica. Situazione diversa, invece, per la meningite da meningococco che, essendo potenzialmente contagiosa ma meno mortale rispetto a quella da pneumococco, richiede l'avvio della profilassi.
L'ESPERTO«Da inizio anno rileva Massimo Crapis, responsabile dell'Unità malattie infettive dell'Azienda sanitaria 5 del Friuli Occidentale i casi di meningite riscontrati all'interno della nostra struttura ospedaliera sono stati una decina e, fortunatamente, l'indice di guarigione è stato pari al 100 per cento. Uno dei casi più seri che abbiamo dovuto affrontare è stato quello relativo ad un bimbo di nemmeno due anni che aveva contratto la meningite da meningococco; il piccolo è stato poi trasferito al Burlo Garofalo di Trieste». Il quadro clinico di una meningite acuta si fonda sulla classica triade costituita da febbre, cefalea e rigidità della nuca; a questi sintomi si aggiungono, con diversa frequenza, contratture muscolari, vomito a getto, alterazioni dello stato di coscienza, incapacità di tollerare la luce (fotofobia) e i rumori (fonofobia), convulsioni. La sintomatologia varia in base all'agente causale, alla velocità di insorgenza e allo stato del paziente: a volte, nei bambini piccoli possono essere presenti solo alcuni sintomi aspecifici, come irritabilità e sonnolenza. La meningite è potenzialmente pericolosa per la vita e, se non trattata, presenta un alto tasso di mortalità. «Per questo - sostiene Crapis, riferendosi nello specifico al caso del 33enne residente in un comune dello Spilimberghese - la terapia antibiotica empirica, ovvero in assenza di una diagnosi definitiva, deve essere intrapresa immediatamente, prima ancora che i risultati della puntura lombare e dell'analisi del liquido cefalorachidiano siano noti. La scelta del trattamento iniziale dipende dal tipo di batteri responsabili di meningite caratteristici di in un determinato luogo». Le meningiti batteriche e virali sono contagiose, ma non come il raffreddore o l'influenza. Possono essere trasmesse attraverso le goccioline di secrezioni respiratorie durante uno stretto contatto o starnuti e colpi di tosse verso qualcuno, ma la meningite non può essere diffusa semplicemente respirando l'aria in cui sia stata presente una persona affetta.
Alberto Comisso 
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