Manager veneta offesa in aeroporto a Francoforte: «Qui non siamo tra i Casalesi»

Giovedì 6 Giugno 2019 di Valentina Dal Zilio
Barbara Filini Rota, trevigiana, ha 36 anni e si occupa di risorse umane di una nota azienda italiana.
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TREVISO - «Qui non siamo nel paese dei Casalesi». Parole pesanti come macigni quelle che una professionista trevigiana si è sentita rivolgere dall'addetto ai controlli di sicurezza all'aeroporto di Francoforte. Addirittura «discriminatorie». Perché il bagaglio era perfettamente in regola e quell'attacco del tutto gratuito e ingiustificato. Così la professionista trevigiana ha presentato un reclamo formale alle autorità aeroportuali. «Viaggio da sempre, conosco e seguo le regole - ha detto categorica - E non accetto il razzismo. Quell'addetto alla security non ha insultato solo me, ma tutti gli italiani per bene». 
 
LO STOP
Protagonista di questa brutta avventura Barbara Filini Rota, trevigiana, ha 36 anni e si occupa di risorse umane di una nota azienda italiana. Martedì pomeriggio stava partendo per Roma da Francoforte. Per lei, che per lavoro è abituata a viaggiare molto, i rituali che si consumano negli scali internazionali sono normale amministrazione. 

Arrivata al gate per i controlli di rito, apre istintivamente il bagaglio a mano, ed estrae come prassi il pc. Pronta a dimostrare che tutto è in regola e in linea con le rigide normative aeroportuali. «Avevo già notato che l'addetto alla sicurezza aveva trattato con sufficienza una famiglia indiana prima di me che non riusciva ad esprimersi correttamente in inglese - spiega la donna - quando è arrivato il mio turno, l'agente mi chiede di estrarre ogni singolo elemento». «Osservo che contenuto e contenitori rispettavano i limiti consentiti per il trasporto di liquidi con bagaglio a mano - continua - e che in genere non veniva chiesto ogni volta di dar fondo al bagaglio controllando ogni singolo elemento se non nel caso in cui si ravvisassero delle irregolarità». 
LA FRASE INCRIMINATAL'addetto alla sicurezza replica che da 15 anni in Europa viene puntualmente richiesto, ogni volta, di aprire tutti i liquidi di ogni singolo bagaglio ad ogni viaggiatore. «Ho fatto quanto richiesto, commentando semplicemente a bassa voce che non mi risultava». Ma in quel momento l'addetto alla security la guarda negli occhi e dice: «Guardi qui non siamo nel paese dei Casalesi». La donna resta piazzata. «Non credevo alle mie orecchie. Mi sono fermata, e gli ho chiesto di ripetere. Lui mi ha ribadito: In questo paese si seguono le regole. A quel punto non ci ho più visto e gli ho risposto seccamente: Anche nel mio paese. E lui: Non direi proprio. Viaggio da almeno 15 anni per lavoro, conosco e seguo le regole. La riprova? Il mio bagaglio era perfettamente a norma». 

La 36enne però non si ferma qui e chiede di poter parlare con un supervisor. «Gli ho rappresentato l'accaduto e lui ha fatto chiamare l'uomo. Che ha avuto il coraggio di negare di fronte a dieci testimoni. Il suo diretto superiore, che è stato molto gentile, mi ha indicato le modalità per fare un reclamo formale alla polizia aeroportuale di Francoforte. Cosa che ho regolarmente fatto non appena atterrata a Roma».

LA SEGNALAZIONE
Il reclamo è stato trasmesso attraverso un format apposito via mail all'indirizzo della polizia aeroportuale. «Ho sempre rispettato con scrupolo le regole. E ritengo che certe richieste siano lecite, ognuno deve svolgere il proprio lavoro. Però qui c'era dell'altro. Possiamo parlare di un chiaro caso di discriminazione». Determinata la professionista trevigiana ad andare fino in fondo. «Sì. A quel punto non potevo lasciare cadere la cosa. Perché l'addetto alla sicurezza non ha solo insultato me, ma tutti gli italiani perbene. E sono la maggioranza. Il mio bagaglio era perfettamente in regola, non c'era motivo di rivolgermi frasi così offensive. È ora di smetterla con luoghi comuni di bassa lega e atteggiamenti discriminatori. Per questo ho deciso di protestare in maniera formale. Non accetto che il mio Paese diventi inutile zimbello per stupidi luoghi comuni: la storia della pizza e del mandolino è finita da tempo».

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Ultimo aggiornamento: 7 Giugno, 15:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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