Flavio Zanonato: «Cambio vita dopo 51 anni dedicati alla politica»

Mercoledì 29 Maggio 2019
Flavio Zanonato: «Cambio vita dopo 51 anni dedicati alla politica»
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PADOVA - Fa politica da 51 anni. Difficile, quindi, che alla scadenza dell'ultimo mandato conferitogli dagli elettori decida di uscire di scena completamente. Dall'iscrizione, quando aveva appena 18 anni alla Fgci, è stato tutto un susseguirsi di incarichi: 15 e mezzo da sindaco con tre vittorie alle elezioni, 4 da consigliere regionale, 10 mesi da ministro dello Sviluppo Economico e un quinquennio da europarlamentare. Con la tessera del Pci prima, dei Ds poi, del Pd successivamente e alla fine con Articolo Uno. Il 2 luglio, però, Flavio Zanonato uscirà dal Parlamento Europeo per lasciar posto ai neo eletti e da quel momento inizierà per lui una nuova vita. Pubblica e privata. Ma anche politica.
 
Zanonato lei era il sindaco sceriffo. Per certi aspetti quasi di destra, visto che ha firmato ordinanze per contrastare spacciatori, lucciole e clienti.
«Credo che quello della sicurezza non sia un tema di destra, ma di tutti i partiti. E a soffrire quando non si percepisce sono soprattutto le fasce più deboli, i quartieri periferici. Io ho deciso di prendere quei provvedimenti proprio per difendere la povera gente dal degrado».
Quando i suoi divieti entrarono in vigore a Padova, vennero copiati e riproposti da numerosi altri primi cittadini.
«I sindaci non hanno strumenti efficaci per combattere questi fenomeni. E alla fine anche le ordinanze possono solo ridurli, ma non eliminarli. Perché la presenza massiccia degli spacciatori è dovuta al fatto che c'è chi compra la droga, cosi come le prostitute sono in strada perché i clienti alimentano tale mercato. Le limitazioni che avevo introdotto, quindi, servivano a ridurre alla gente il fastidio per queste presenze. E i risultati ci sono stati».
Battaglie per la sicurezza, quindi, proprio come i primi cittadini della Lega.
«No, perché a differenza dei sindaci del Carroccio, non mi sono mai scagliato contro l'immigrazione, ma ho sempre cercato di fare una distinzione fra i criminali e chi rispetta la legge. No al degrado, quindi, e no anche al razzismo».
Lei è stato eletto per tre volte, votato anche dal centrodestra, pur essendo di sinistra. Perché tutto questo appeal?
«Vincere tre volte in effetti è stata un'impresa. Ho sempre cercato di tenere una posizione equilibrata nei confronti di tutti e per esempio nel fare le nomine non ho mai trascurato le minoranze. Ai padovani faceva piacere vedere risposte e risultati. Io cercavo sempre di capire dove fossero i problemi e di trovare poi soluzioni. Mi piaceva entrare in sintonia con la gente, parlare e discutere con tutti».
Quali sono state le decisioni che le hanno dato maggiori soddisfazioni?
«Sono più di una. Innanzitutto la chiusura di via Anelli, trovando una soluzione per tutti gli immigrati che abitavano lì, nessuno dei quali è finito in strada. E poi la realizzazione del muro, sempre nell'ex bronx, ch è servito nell'intento di complicare la vita agli spacciatori. Ma non voglio dimenticare la realizzazione del tram, di cui avevo avviato la progettazione, proseguita da Giustina Destro che aveva governato dal 2009 al 2013: la prima corsa con i passeggeri a bordo, comunque, è avvenuta quando ero io sindaco. Inoltre, ricordo con soddisfazione l'inaugurazione del San Gaetano, del Palazzo della Ragione, dell'anello delle tangenziali, e gli interventi per la sicurezza idraulica. Tutti progetti che ho concretizzato con l'aiuto degli assessori che lavoravano con me».
Il 2 luglio lascerà la politica?
«No, non posso, perché mi affascina ancora tantissimo. Continuerò a farla, occupandomi degli aspetti culturali, cioè costruendo iniziative che propongano soluzioni ai problemi in un'ottica di sinistra. Ma attenzione: mi occuperò di temi nazionali, come ambiente, infrastrutture, fiscalità, economia e industria. Nulla, quindi, che riguardi la città, perché non voglio attuare nulla che sia legato alle politiche comunali, finendo per mettere il naso nelle cose che di cui si occupa l'amministrazione di centrosinistra guidata dal mio amico Sergio Giordani, il quale sta lavorando molto bene, riuscendo a mediare anche le situazioni più difficili».
Per chi ha votato alle Europee?
«Per il Partito Democratico. Articolo Uno è stato un esperimento che non ha ottenuto un consenso ampio e ritengo giusto ora riaprire un dibattito serrato con il Pd, finalizzato all'unità della sinistra.
Pensa di passare in un certo senso il testimone alla nipotina Anna?
«Un'altra grande soddisfazione che ho avuto è stata di vederla, a soli 11 anni, parlare con disinvoltura dal palco, davanti a migliaia di persone, alla mobilitazione degli studenti per l'ambiente e la sostenibilità delle risorse sulle orme di Greta Thunberg. Io a 25 anni, di fronte a tutta quella gente, avrei avuto la lingua incollata al palato... Lei invece ha parlato con disinvoltura. Sono fiero di lei e di Alice, la sua sorellina».
Come sarà la sua vita da libero cittadino?
«Starò di più con mia moglie e con le mie nipotine. E poi mi dedicherò alle mie passioni, come passeggiate e arrampicate. Ho 69 anni e ne avevo 18 quando ho iniziato con la politica. É ora che io faccia anche qualcosa di nuovo». 
Nicoletta Cozza
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Ultimo aggiornamento: 30 Maggio, 12:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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